Sono immagini che lasciano sgomento. Quelle che sono rimbalzate stanotte, cliccando solamente l'hashtag #gaza nel motore di ricerca del social network. Numerosissimi lanci sulla timeline di Twitter, con molti account, sopratutto arabi, che postavano diverse immagini sull'attacco dell'esercito israeliano. Impazza l'hashtag #Gazaunderattack, dove si possono trovare altre immagini sugli scontri che stanno infiammando la Striscia di Gaza. 

Le immagini. E' un fiume di immagini che ha attraversato la notte. Da numerosissimi account che postavano foto che i media hanno ripreso, come la grande ondata di fumo che ha avvolto Gaza per i primi attacchi, visibile su molte aperture di quotidiani online.

Ma ci sono anche altre foto, altre immagini simbolo, che possono raccontare quello che sta succedendo in Israele, o almeno, suggerirne una visione. Un'immagine di una persona che tiene in braccio il suo bambino, che piange disperatamente. Le braccia sono protese in avanti, come a offrire al pubblico e al mondo quello che sta accadendo: la sofferenza. Altre immagini, più crude, come quelle dei razzi lanciati dal cielo e che si abbattono sulla città, mentre i residenti scappano per non essere colpiti. Altre immagini, sempre con l'hashtag #Gaza, di utenti che fanno vedere padri con in braccio il proprio figlioletto, con una vistosa ferita all'occhio appena curata. Il padre guarda lontano, come a dire che non c'è giustizia a Gaza.

Altre immagini, scorrendo, di bambini impauriti che si fanno spazio tra le mura di casa, bambini feriti, ospedali attaccati dalle bombe. 

Altre immagini di giovani ragazzi sulla barella, sofferenti, in attesa di essere medicati. E una, molto toccante, di un uomo che bacia il suo piccolo figlioletto. Magari con un bacio rassicurante, o forse di protezione, per tenerlo lontano da un cielo nemico che lancia razzi di morte su una popolazione accusata di terrore. Eppure dalle immagini postate su Twitter, il terrore lo hanno vissuto loro. Stanotte, e probabilmente nei giorni che seguiranno.