Un ragazzo bruciato vivo. Questo è il terribile responso dell'autopsia effettuata sul corpo di Mohamad Abu Khedair, il 16enne ucciso in Palestina, probabilmente per rappresaglia contro il triplice assassinio di tre giovani israeliani. La notizia è stata riferita dall'Autorità nazionale palestinese e rilanciata dalle emittenti arabe.
Secondo i rilievi sul corpo del giovane la fuliggine trovata nei polmoni sarebbe stata respirata dalla combustione del suo stesso corpo.
Come si sono svolti i fatti
Tre giovani di nazionalità israeliana, Naftali Frenkel, Gilad Shaar, di 16 anni, ed Eyal Yifrach di 19 anni, sono stati rapiti nei giorni scorsi nei pressi di Hebron, in Cisgiordania.
L'ultima volta che sono stati visti era all'uscita della scuola serale che frequentavano. Dopodiché nessuno ha saputo più nulla su di loro e poi sono stati rinvenuti cadavere.
Ai funerali hanno partecipato migliaia di persone che hanno urlato la rabbia contro gli autori dell'atroce delitto. Il governo israeliano ha puntato l'indice contro Hamas, il Movimento di resistenza islamico che governa nella Striscia di Gaza.
Il ragazzo bruciato vivo, l'apice dell'orrore
All'orrore si è aggiunto altro orrore: il ragazzo bruciato vivo potrebbe indicare la "risposta" degli estremisti israeliani, che non hanno accettato la reazione politica del governo verso Hamas.
Il premier Bibi Netanyahu è infatti accusato dalla destra di non aver attuato una strategia efficace contro il partito radicale palestinese, che peraltro nei mesi scorsi aveva siglato il riavvicinamento con al Fatah, il partito del presidente Abu Mazen.
La situazione in Medioriente, insomma, è destinata a essere tesa per molto tempo. Ed il processo di pace assomiglia sempre più ad una chimera.