Il ciclista Marco Pantani che ha fatto sognare gli italiani, in particolare, gli amanti del Ciclismo è morto 10 anni fa, e secondo i dati di allora, per un'overdose provocata dallo stesso ciclista. Il campione ciclista di Cesenatico è stato trovato morto il 14 febbraio 2004 nella sua camera del residence "Le Rose" a Rimini. Nonostante, a quel tempo, le prove confermassero la morte suicida del ciclista, i genitori non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio del figlio. La madre, Tonina Belletti, conosceva bene il figlio ed ha continuato a ribadire, intervista, dopo intervista, che il proprio figlio non si sarebbe mai suicidato.

Quindi, con l'aiuto dell'avvocato Antonio De Rensis, la Procura si è vista costretta a riaprire il caso. Pare che "Il Pirata", così' come lo conoscevano tutti, non sia deceduto in conseguenza all'overdose ma che sia stato ammazzato. Le conclusioni di ciò sono state dedotte dal fatto che il ciclista riportava delle ferite sul corpo che non potevano essere procurate dallo stesso, ma da terzi. Il professore Francesco Maria Avato, per conto della famiglia, ha eseguito una perizia medico legale che gli ha permesso di stabilire l'omicidio. Il campione d'Italia e del Tour De France del '98 è stato prima picchiato e poi costretto a inalare quantità eccessive di stupefacente.

La madre vuole chiarezza sulla vicenda che ha visto la morte del proprio figlio.

La signora Tonina Belletti ha più volte sottolineato che il figlio, probabilmente, dava fastidio a qualcuno proprio perchè nei discorsi che faceva Pantani abrogava l'uso di qualsiasi sostanza che ne facesse aumentare le prestazioni fisiche e la resistenza alla fatica. Per lui, amante della strada, c'era solo il lavoro, "il duro lavoro" e ciò che ha conquistato è solo frutto di sudore.

Adesso sarà il Gip ad occuparsi di questa vicenda, ha ribadito la madre, sperando che possa fare luce su ciò che è successo veramente e possa ridare alla gente i ricordi di un campione che ha fatto la storia del ciclismo italiano.