La notizia arriva direttamente dall'Eliseo, meno di ventiquattrore dopo l'annuncio del presidente Hollande di voler appoggiare Obama nell'offensiva aerea. Questa mattina sono stati effettuati i primi raid aerei da parte dei caccia francesi Rafale e hanno colpito un deposito logistico riconducibile all'Isis nella zona nord-est dell'Iraq. I due jet da combattimento sono partiti da una base aerea negli Emirati Arabi Uniti e hanno sorvolato in ispezione i cieli iracheni prima di iniziare a bombardare la base di approvvigionamento individuata. Nel comunicato si riferisce che l'obiettivo è stato completamente distrutto e, inoltre, che sono previsti altri attacchi nei prossimi giorni a supporto delle forze irachene e dei peshmerga curdi.
Tuttavia, Hollande non prevede per il momento incursioni di terra e specifica che l'offensiva si limiterà al solo territorio iracheno.
Immediato il consenso del presidente americano Barack Obama che si è dimostrato subito soddisfatto della decisione della Francia ad unirsi all'America per fronteggiare l'emergenza terrorismo. Del resto, durante l'ultimo vertice parigino, a seguito dell'ultima decapitazione di David Haines, i 29 Paesi membri avevano elaborato un documento di strategia antiterrorista di entità internazionale che dovrà essere sostenuta con ogni mezzo, ma mantenendo il rispetto del diritto internazionale e senza compromettere la sicurezza e l'incolumità della popolazione civile delle aree interessate.
Intanto, secondo alcune notizie diffuse dal quotidiano panarabo al-Quds al-Arabi pubblicato a Londra, gli Stati Uniti avrebbero già dato inizio martedì scorso ad una serie di operazioni segrete che prevedrebbero raid aerei oppure voli di ricognizione contro sedi strategiche dei militanti dell'Isis proprio a Raqqa, il quartier generale dei terroristi nel territorio settentrionale della Siria.
L'Italia ha inviato nei giorni scorsi due forniture di armi e munizioni ai peshmerga curdi nel nord dell'Iraq, ma niente aerei italiani per il momento, secondo quanto annuncia il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che ritiene prioritario l'invio di materiale per il sostegno umanitario e armi. L'avanzata dello Stato Islamico nel nord della Siria, intanto, non si arresta.
Gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani contano 25 villaggi conquistati dai jihadisti negli ultimi due giorni. Di conseguenza, circa 2mila curdi sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni per fuggire verso i confini con la Turchia.