Nell' immaginario di una donna non esiste decisione più terribile di quella di dover decidere per la vita del proprio bambino. Ne sa qualcosa Charlotte Fitzmaurice, 36 anni, britannica. Dodici anni fa partorì una bellissima bambina a cui diede il nome di Nancy. Purtroppo, la bambina si scoprì affetta da idrocefalia, meningite e cecità con un quadro di grave setticemia. Più tardi, a dieci giorni dalla nascita di Nancy, Charlotte scoprì che la causa delle malformazioni fetali della sua bambina erano legate alla mancata diagnosi precoce di una streptococcosi fetale, sopraggiunta durante la gravidanza, patologia che se scoperta in tempo può essere trattata agevolmente con una giusta terapia antibiotica.





A sei mesi Nancy aveva iniziato a manifestare crisi epilettiche. Era stato necessario il ricovero in ospedale. Da anni ormai la bimba viveva in ospedale, sotto osservazione ventiquattro ore su ventiquattro. Non era infatti in grado di far nulla in autonomia, eccetto respirare. Veniva alimentata e reidratata per mezzo di una sonda gastrica. Aveva da poco compiuto dodici anni ma la sua non era più vita, era ora soltanto una terribile sofferenza. La sua qualità di vita era nulla, le sue condizioni stavano peggiorando e oramai era in condizioni di agonia, il dolore era terribile ed incontrollabile nonostante le alte dosi di morfina. Fu allora che Charlotte prese una decisione. "Mia figlia non è più mia figlia, ora è solo un guscio" e ancora "La luce dai suoi occhi è fluita via, rimpiazzata ora dalla paura e dal desiderio di pace", queste alcune delle 324 parole che Charlotte ha vergato su di un foglio bianco ed inviato alla corte di Giustizia britannica.

Una madre disperata si stava battendo affinché sua figlia potesse avere il 'diritto di morire'. Le ha risposto il giudice Eleanor King, che di li a poco ha autorizzato l'eutanasia della piccola. 

La richiesta venne accolta in data 7 Agosto 2014 e dopo due settimane i fluidi vennero sospesi. La morte della bambina sopraggiunse il 21 di Agosto 2014.Nessun precedente simile: per la prima volta autorizzata l'eutanasia di una bambina, in grado di respirare e non affetta da malattia terminale.'Non è colpevole', ha confermato la corte di Giustizia britannica.

Charlotte aveva il diritto di comunicare la sofferenza della propria bambina e chiedere di fare ciò che era più giusto per la sua piccola. Charlotte, forte dell'appoggio del marito, David Wise, 47 anni, ha deciso di far conoscere la sua storia al mondo, affinché "tutti i genitori possano sapere che è giusto volere che il proprio figlio sia in pace e che ciò non vuol dire amarlo di meno".