Dopo la tragedia consumatasi nel quartiere di San Giovanni lo scorso 27 Ottobre (una Marocchina uccide i due figli, ferisce gravemente il terzo e si impicca in una vasca da bagno), ancora atroci casi di maltrattamenti di bambini. L'orrore si è nuovamente svolto nella Capitale. Ieri 28 ottobre, uno spagnolo 18enne, è stato messo in manette dopo aver picchiato brutalmente il figlio della compagna. La donna è una colombiana di 22 anni. Il bimbo ha 4 mesi ed è stato ricoverato urgentemente all'ospedale, il 20 ottobre, a seguito di fratture multiple ed ecchimosi, un tipo di ematoma, su tutto il corpo.

Ora si trova in condizioni gravissime. La donna, la scorsa settimana, aveva prima allertato il 113, accusando il compagno di maltrattamenti ai danni del figlio, poi aveva chiamato, disperata, il 118. I Carabinieri sono subito intervenuti e il cellulare dell'uomo è stato messo sotto controllo. Lo straniero è stato incastrato dai messaggi che aveva inviato alla madre del neonato, messaggi in cui si scusava e chiedeva di essere perdonato per aver malmenato il piccolo. È stato proprio il Tribunale dei Minori di Roma a consentire l'intercettazione degli SMS spediti dallo spagnolo. L'uomo non ha fatto resistenza ed ha immediatamente confessato di aver picchiato il neonato. Ha inoltre riferito di aver dormito in un parco per timore di essere trovato e arrestato.

La colombiana ha fornito ai Carabinieri il domicilio in cui il 18enne vive con la madre. Esso è stato infatti trovato proprio lì pronto a fuggire: stava preparando un borsone con i suoi effetti personali. Le indagini sono portate avanti dagli agenti del Commissariato Testaccio e dalla squadra Mobile.

Il bambino lotta tra vita e la morte.

Allo spagnolo invece è stato confermato il fermo e ora si trova in carcere con l'accusa di tentato omicidio. Quando gli sono state chieste le motivazioni che lo hanno portato a compiere un tale orrore non è stato in grado di forniere reali giustificazioni (ammesso e non concesso che possano esservene per un atto così barbaramente crudele). È riusciuto solo a dire: "Non so perchè l'ho fatto".