Un atto di violenza quale che sia la motivazione, è sempre da deprecare, ma quando si rivolge contro un bambino lo è ancora di più, perché viene esercitato vigliaccamente contro chi è incapace di opporre la benché minima difesa all'aggressore. La cronaca purtroppo ci dispensa quotidianamente episodi di violenza. Il caso di cui vi raccontiamo, riguarda un bambino di appena 4 mesi che è stato percosso da un ragazzo spagnolo. I fatti risalgono al 20 ottobre scorso quando la compagna 22enne colombiana del ragazzo, chiamava disperata il "113" chiedendo un aiuto immediato per il proprio bambino ricoverato presso l'ospedale "Bambin Gesù" in condizioni gravissime a causa della presenza in tutto il corpo di fratture multiple, ecchimosi e varie escoriazioni.

A seguito della chiamata della donna, le indagini coordinate dalla Procura del Tribunale dei Minori di Roma hanno preso immediatamente il proprio avvio. Nel ricostruire quanto accaduto gli agenti hanno acquisito i messaggi con cui il ragazzo spagnolo, a distanza di poche ore dall'accaduto, chiedeva perdono alla sua ragazza colombiana sul cui bambino, il giovane aveva infierito riducendolo in fin di vita. Il perdono chiesto dal ragazzo però non sembrerebbe provenire da un proposito sincero di pentimento: secondo quanto accertato dagli investigatori che si sono messi sulle sue tracce sulla base delle indicazioni fornite dalla ragazza, l'uomo è stato trovato a casa della madre, dove tuttavia era intento a preparare dei bagagli.

con i suoi effetti personali, pronto evidentemente a far perdere ogni traccia.

Rintracciato quindi dalla polizia, ha dichiarato spontaneamente agli agenti, che avrebbe trascorso la notte tra i 20 e il 21 ottobre in un parco pubblico non meglio identificato perché temeva di essere arrestato e tuttavia non ha saputo fornire alcuna spiegazione per il suo gesto di sciagurata e brutale violenza nei confronti del bambino.

Tuttavia gli elementi raccolti dall'attività investigativa hanno fatto sì che il Pubblico Ministero presso la Procura del Tribunale dei Minori di Roma, ottenesse la convalida del fermo e quindi in sostanza il ragazzo dovrà mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria in attesa di ulteriori provvedimenti a suo carico.