Ucraina: quanto reggerà ancora la tregua firmata a Minsk il 5 settembre scorso? Le violazioni al cessate il fuoco continuano. Cinque civili sono stati uccisi e altri dieci feriti dai proiettili caduti su di un corteo funebre a Sartanà, cittadina situata sul Mar Nero, nella periferia di Maripol nel sud-est ucraino. Le autorità locali accusano i separatisti della strage. Ma non è la sola regione interessata alle violazioni al cessate il fuoco che stanno mettendo a dura prova la tenuta della tregua. Anche a Donetsk vi sono stati dei morti. Sette soldati dell'esercito ucraino hanno perso la vita a causa dell'esplosione di mine e nelle ultime 24 ore, le postazioni militari sono state colpite dal lancio di razzi.
I combattimenti più intensi, malgrado il cessate il fuoco, si stanno svolgendo intorno all'aeroporto di Donetsk, al momento sotto il controllo dei filo-russi.
Nella capitale ucraina, Kiev, la situazione non è delle migliori. Quindici agenti di polizia e undici guardie nazionali sono rimasti feriti negli scontri tra estremisti di destra e nazionalisti avvenuti davanti alla sede del Parlamento che ha dovuto sospendere la seduta in corso. Gli scontri sono avvenuti mentre il Parlamento stava votando circa il riconoscimento dell'Esercito insurrezionale ucraino (UPA), intorno al quale vi sono da anni forti contestazioni. Questo esercito, la cui creazione risale al 14 ottobre 1942, viene considerato dai gruppi di destra composto da eroi della lotta per l'indipendenza del paese.
L'UPA, politicamente nazionalista, raccolse l'eredità dei gruppi paramilitari che all'inizio accolsero come liberatori i nazisti. Poi presa coscienza delle vere intenzioni annessioniste di Hitler combatterono contro le forze tedesche, liberando nel 1943 la Volinia, e in seguito, contro l'Armata Rossa. Proprio nel 72esimo anniversario della fondazione dell'esercito, il Parlamento ucraino si è trovato a votarne il riconoscimento. Ciò ha chiamato davanti la sede del Parlamento gruppi di nazionalisti che hanno lanciato molotov. Cinquanta i fermati per atti violenti.