Per contrastare la seria minaccia del Virus Ebola al 18 ottobre 2014 gli Stati Uniti non stanno certo a guardare e, secondo loro abitudine, si attivano con tempestività per fronteggiare l'emergenza nata in queste settimane che sta generando forte allarme sociale dal momento che i viaggi internazionali sono oggi molto frequenti e dunque aumentano le possibilità di contagio e di una conseguente diffusione dell'epidemia, che a questo punto richiede la produzione di un farmaco: il suo nome è ZMapp.

Ricordiamo che negli USA sono tuttora ricoverate due operatrici sanitarie colpite dal virus Ebola in quanto coinvolte nell'assistenza del cosiddetto paziente zero diventato tristemente famoso in questi giorni.Lo ZMapp - questo il nome del farmaco nel quale sono riposte le speranze di fronteggiare il virus Ebola - dovrebbe essere messo a punto entro l'anno 2016. Serve quindi tempo, forse troppo, e questo non può non alimentare una certa preoccupazione.

Cosa accadrà nel frattempo? Lo scopriremo solo nei prossimi mesi, quando assisteremo a un'intensificazione dei controlli negli Aeroporti.



Il governo americano ha commissionato la produzione su vasta scala del prezioso farmaco, di cui purtroppo si sono esaurite le scorte. E' grave osservare come il mondo si sia fatto cogliere impreparato davanti a una simile emergenza ma per rimediare c'è ancora tempo.

La "Biomedical Advanced Research and Development Authority" ha la missione di monitorare l'evoluzione sul farmaco ZMapp. E' ad esso, allo ZMapp, che si deve la sorprendente guarigione di Kent Brantly e di Nancy Writebol, i missionari che avevano contratto il micidiale Virus Ebola in Liberia.

Vi ricordiamo che l'Ebola non si diffonde tramite acqua o cibo, ma attraverso contatto con liquidi umani, come ad esempio la saliva o il sudore. Il contagio può avvenire tramite uso di aghi e siringhe. E' importante precisare che l'infezione può avvenire anche mediante animali.

I numeri sul caso sono impressionanti, non possono certo essere sottovalutati.

Al 18 ottobre 2014 sono 9.216 i casi confermati o sospetti nei Paesi colpiti. Le persone morte sono 4.555. Numeri che preoccupano al punto che il Marocco, paese dove è imminente lo svolgimento della Coppa d'Africa, non vuole saperne di far disputare l'importante torneo calcistico.

Forte la preoccupazione anche nel nostro Paese col governo che ha destinato la somma di 50 milioni di Euro alle attività di prevenzione. Basteranno a contrastare questo nemico invisibile o è solo un modo di mettersi a posto la coscienza?