Se non sapete cosa sta accadendo nella cittadina di Ferguson e non sapete cosa è successo in passato, questo è l'articolo giusto per voi, un piccolo riassunto per capire la situazione. Il 9 agosto 2014 un'agente di polizia spara ed uccide Michael Brown, un giovane diciottenne afroamericano disarmato nell'area metropolitana di St. Louis, una zona prevalentemente abitata da residenti di colore. Immediata la risposta da parte dei cittadini, tutto inizia con semplici proteste e manifestazioni fino ad arrivare a saccheggi e momenti di quella che può essere definita quasi una guerra civile.
La situazione viene tenuta sotto controllo, se così si può dire, soprattutto grazie ad un massiccio intervento da parte della polizia.
Attenzione, voglio sottolineare come parallelamente ad atti ingiustificati come saccheggi e rappresaglie, una buona parte della popolazione interessata ha manifestato in maniera pacifica. Il 15 agosto 2014 si scopre il nome del responsabile dell'accaduto, Darren Wilson, un poliziotto di 26 anni. Inizialmente si parla di una possibile rapina che vedeva coinvolto Michael Brown, ma successivamente si scopre che il poliziotto ha sparato dai 6 agli 8 colpi senza esser a conoscenza di quello che Brown stesse effettivamente facendo. Scoppiano nuove rivolte e viene istituito il coprifuoco.
La tensione cala, continuano alcune proteste per lo più pacifiche mentre si attende l'incriminazione ufficiale di Darren Wilson.
Cosa sta succedendo a Ferguson ora
Oggi arriva la sentenza del giudice: non ci sono gli elementi sufficienti per il rinvio a giudizio del poliziotto Darren Wilson, che si difende affermando che l'accaduto è da imputare a Michael Brown che "sembrava essere un demonio" e "stava per afferrare la sua pistola" (citazioni di Wilson).
Ma i residenti di Ferguson non accettano la sentenza e come loro una buona parte della popolazione nera degli Stati Uniti. In poche ore sono scoppiate diverse proteste nelle maggiori città americane, New York, Los Angeles, Chicago, Seattle. La cittadina di Ferguson torna ad essere un campo di guerra tra saccheggi, manifestazioni e scontri con la polizia.
A nulla sono servite le parole di Jay Nixon, il governatore dello Stato, che aveva già precedentemente allertato la Guardia Nazionale e dichiarato lo stato d'emergenza.
Il presidente Barack Obama non ha sminuito la situazione affermando che questioni come questa interessano l'intero Paese, ma che bisogna accettare la decisione del giudice essendo gli Stati Uniti un Paese fondato sullo stato di diritto. L'obiettivo è quello di placare gli animi e far calare la tensione, obiettivo per il momento ancora molto lontano. La polizia sta intervenendo in queste ore, diversi i feriti e gli arresti. Le proteste sono nate spontaneamente in diverse parti degli Stati Uniti, nessuno si aspettava una sentenza simile, soprattutto nella città di Ferguson.
Chi protesta lo fa per denunciare il razzismo e l'eccessivo uso della forza da parte della polizia, sopratttutto perché quello di Brown non è stato un caso isolato. Si attendono nelle prossime ore altre notizie ufficiali sperando di non dover assistere ad altri scontri con la polizia.