I sindacati italiani tutti sembrano snobbare del tutto le dichiarazioni di una frastornatissima ministra Giannini secondo la quale non ci sono i 250.000 posti annunciati e che in realtà sono solo 15.000. La confusione è totale se si pensa che fino alla scorsa settimana dichiarava convinta che ce ne sono 149.000. Conserva solo i 40.000 posti riservati ai futuri concorsisti. Ne parla Rainews in una breve nota di stamane. Una risoluzione del Pd per stabilizzare 250.000 precari è stata approvata in parallelo con la pronuncia europea.

L'intervista a Libero

Ciò che afferma la Giannini è in evidenza sui Rainews a margine di una telefonata col giornalista Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero, in cui conferma che esiste la disponibilità per le stabilizzazioni.

Come si può vedere chiaramente, il ministro si contraddice in continuazione, segno evidente che la mazzata europea è stata mortale per la sua 'buona scuola'. Frattanto in rete si moltiplicano i siti che raffreddano gli entusiasmi del popolo della Scuola parlando di automatismi di immissione non certi e che solo in pochi avranno il ruolo in seguito alla sentenza di Strasburgo.

Mai momento fu più indovinato per riesumare il vecchio detto 'andreottiano' del '...a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina'. Viene il sospetto che questa controinformazione sia abilmente messa in atto da chi ha interesse a minimizzare l'enorme esborso finanziario dello Stato per la stabilizzazione dei precari storici derivante da una sentenza di siffatte proporzioni che riapre la partita del riconoscimento degli scatti stipendiali arretrati.



La risoluzione per la stabilizzazione

Un atto illustrato dal parlamentare del Pd Daniela Lastri in cui viene chiesto al governo di stabilizzare immediatamente i precari con più di 36 mesi di servizio è stata accolta ieri dalla Commissione coordinata dal Gianluca Parrini, appartenente alla stessa formazione politica della proponente.

Questo a margine della costatazione che nella regione Toscana il ricorso ai contratti a termine nella scuola è il più massiccio in tutta la penisola, mettendo il presidente della regione stessa Enrico Rossi nella condizione di sollecitare il governo nella direzione di immettere in ruolo tutto il precariato scolastico. È dunque all'interno dello stesso partito (il PD) l'iniziativa e la convinzione che bisogna andare oltre la Buona Scuola, altamente insufficiente a normalizzare la situazione. La spaccatura in seno al Pd cresce di giorno in giorno come anche la votazione in aula del Jobs Act ha mostrato impietosamente con i 40 voti dei dissidenti contro l'atto renziano.