Non sembra avere tregua l'orrore che sta scuotendo nelle ultime 48 ore il Pakistan. Oggi nel pomeriggio si sono avvertite due violente esplosioni all'esterno dell'istituto femminile della città di Dera Ismail Khan, nella provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkwa, ad un centinaio di chilometri da Peshawar, dove ieri si è compiuto il massacro di oltre 130 bambini. Secondo quanto riferito nelle ultime ore dai media arabi l'istituto è già stato isolato dalle forze di sicurezza. Fortunatamente la scuola era chiusa per i tre giorni di lutto provinciale indetti dallo stesso governatore della provincia, Pervez Khattak, per commemorare le vittime del massacro compiuto ieri dai talebani.

Vendetta senza fine

Dopo quella che è stata definita una "strage degli innocenti" gli estremisti talebani tornano a minacciare nuovi e violenti attacchi in segno di vendetta per le operazioni militari compiute dall'esercito pachistano contro le roccaforti dei ribelli. Il portavoce del gruppo terroristico Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) ha persino ammonito i civili dall'evitare le sedi gestite dai militari perché obiettivi sensibili. Sembrano riecheggiare le parole pronunciate dai terroristi: colpire i più piccoli per vendicare il dolore con il dolore.  

Intanto il Paese piange le vittime innocenti del massacro di ieri: ben 132 bambini e 9 adulti. Si tratta dell'attentato più violento e doloroso mai vissuto dal Pakistan, tanto da far scrivere sulla prima pagina del quotidiano The Express tribune di Islamabad: "è il nostro 11 settembre".

La stessa testata riporta come si sia trattato di un attacco al futuro del Paese, che ha colpito i suoi giovani figli e figlie.

Nella notte ci sono state veglie di preghiera e candele accese in tutte le moschee. Quasi tutte le scuole sono rimaste chiuse per dare a tutti la possibilità di riflettere sull'orrore e crudeltà del gesto.

Ed intanto nel pomeriggio i genitori hanno iniziato i funerali per i bambini rimasti uccisi nell'attentato. Quest'oggi si è riunito anche il governo per poter discutere con tutti i partiti parlamentari sulla situazione dopo l'attacco terroristico definito dal premier Nawaz Sharif: «una tragedia nazionale». Lo stesso primo ministro ha deciso oggi di sospendere la moratoria contro la pena di morte in caso di gesti terroristici.

Talebani afghani prendono le distanze dalla strage

Tra le persone che si sono espresse in merito all'eccidio di ieri ci sono anche i talebani afghani, i quali si sono detti "scioccati" dal massacro di ieri. È una nota dello stesso leader del gruppo che condanna l'attentato alla scuola di Peshawar, in quanto "l'uccisione intenzionale di persone innocenti, bambini e donne è contro i principi fondamentali dell'islam". Si tratta di dichiarazioni molto significative, poichè entrambe le fazioni sono attualmente impegnate, seppur in territori differenti, nello stesso obiettivo di rovesciare i rispettivi governi e stabilire uno stato islamico. Il leader afghano Zabihullah Mujahid ha quindi voluto esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei bambini uccisi nell'attentato.

Attacco anche ad un deputato

Sempre nella giornata di oggi l'emittente locale Geo tv riferisce del verificarsi di un ulteriore attentato. Un'esplosione si sarebbe verificata proprio al passaggio di un veicolo con all'interno un deputato. Si tratta del parlamentare Amir Muqam che fortunatamente non ha riportato danni, mentre è rimasta ferita una sua guardia del corpo, insieme ad altre persone.