Comprensibile lo sfogo di Davide Stival, padre del bimbo morto a Ragusa, strangolato il 29 novembre 2014, che fa notare come tutta l'attenzione si sia spostata dalla tragica scomparsa del piccolo alla vicenda giudiziaria della madre che, dopo un provvisorio soggiorno a Catania, è stata portata ad Agrigento. Momenti davvero difficili per questo giovane autotrasportatore di 29 anni che in brevissimo tempo si è trovato davanti una situazione complicatissima e cioè il dolore per la scomparsa di Loris, una moglie in carcere, un figlioletto di soli 4 anni (si chiama Diego) da seguire, un futuro più che mai incerto.





La curiosità un po' morbosa dell'opinione pubblica è concentrata sulle possibili analisi del profilo psicologico, davvero complesso, della madre del piccolo, che da bambina aveva un rapporto difficile con la mamma e che ha tentato di suicidarsi due volte a prova di una certa fragilità psicologica. Su di lei per il momento il marito ha sospeso il giudizio. Non va a trovarla in carcere. Vuole vederci chiaro. Si fatica a credere che una madre possa arrivare a uccidere il proprio figlio utilizzando delle fascette da elettricista per poi occultarne il corpo nei pressi di un mulino. Davide Stival vorrebbe ridestarsi da questo incubo al più presto e scoprire che a uccidere Loris sia stato qualcun'altro.

La moglie dal carcere ribadisce di amarlo, lo invita a riavvicinarsi al più presto a lei. Purtroppo gli inquirenti hanno sospetti fondati che l'assassino sia proprio Veronica Panarello, assistita dall'avvocato Francesco Villardita che si dice convinto della non colpevolezza della sua assistita. Struggente il ricordo del bimbo morto a Ragusa e precisamente a Santa Croce Camerina da parte del padre che dice di avere improvvisamente davanti agli occhi i suoi giochi, le sue abitudini di fanciullo che stava per affacciarsi alla vita.

Il padre "sente" il piccolo vicino a sé in ogni momento.

Resta però Diego per avere un valido motivo per continuare a lottare e non è certo una ragione di vita da poco. Recentemente il sindaco di Vittoria (Ragusa) ha proposto di aiutare Davide a trovare un'occupazione più vicina a casa proprio per dar lui la possibilità di seguire da vicino la crescita del piccolo Diego.

A Davide preme ricordare il piccolo Loris che descrive come un bimbo straordinario e sognatore. C'è in questo giovane padre il forte desiderio di ricordare questo bambino strappato al suo futuro da una violenza che non troverà mai giustificazione.