Ci sono ancora sviluppi nel giallo di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate Sopra uccisa il 26 novembre 2010. Per più di 3 anni il caso fu uno di quelli irrisolti che sconvolsero l'opinione pubblica, solo nel giugno scorso si è arrivati ad una possibile svolta con l'arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, un muratore di 43 anni accusato di aver ucciso la ginnasta di Brembate per un tentativo di violenza o un approccio finito male.
Yara Gambirasio: furgone Bossetti per un'ora davanti alla palestra
Da sei mesi a questa parte indizi e presunte prove di innocenza si susseguono a carico di Bossetti, a cui è stata negata la scarcerazione già a settembre.
Ora, a distanza di tanto tempo, emerge un altro indizio che potrebbe mettere l'uomo al muro. Massimo Giuseppe Bossetti aveva sempre affermato di aver lavorato fino alle 17.30 quel giorno di 4 anni fa, e poi di essere tornato a casa dalla moglie. Per mesi, gli inquirenti hanno cercato di studiare spostamenti e vita dell'uomo, in particolare concentrandosi sul furgone cassonato Daily, ripreso dalle telecamere del benzinaio poco prima della scomparsa di Yara. Ad oggi, è il Corriere della Sera a riportare un'altra verità. Il furgone di Massimo Giuseppe Bossetti fu ripreso nei pressi del centro sportivo proprio il giorno della scomparsa di Yara, esattamente per un'ora fino alla sparizione della 13enne.
A riprendere il mezzo sono state alcune telecamere, senza contare le parole di un testimone che disse ai carabinieri di aver notato un furgone che sfrecciava a velocità sostenuta proprio nell'ora della scomparsa. La coincidenza raccapricciante è che dopo le 19 lo stesso furgone non fu più nel mirino della telecamera e a quell'ora Yara era già uscita dalla palestra e si stava recando a casa.
Questo nuova prova contro Massimo Giuseppe Bossetti, si aggiunge all'ormai noto DNA trovato nei leggings e sugli slip della 13enne. Per il muratore di Mapello, gli indizi iniziano ad essere molto pesanti, soprattutto adesso che è stato confermato che quel l'Iveco cassonato era davvero il suo. Seguiteci per ulteriori aggiornamenti sui casi di cronaca.