Thierry Meyssan, analista geopolitico francese esperto di Medio Oriente, sul sito Voltairenet.org esamina l'attentato al Charlie Hebdo e definisce innanzitutto il comportamento dei killer non assimilabile all'ideologia Jihadista. Il fatto che i killer abbiano urlato di far parte di al-Qaeda non basta a dimostrare che siano Jihadisti - sostiene Meyssan. Secondo lui, veri membri dei Fratelli Musulmani (di al-Qaeda o dell'ISIS) non si sarebbero limitati ad uccidere i vignettisti ma avrebbero distrutto gli archivi del giornale, tutti gli oggetti che offendono il loro Dio, e non sarebbero scappati davanti alla polizia ma avrebbero compiuto la loro missione fino in fondo, morendo sul campo.
La loro 'divisa' non era Jihadista, indossavano una tenuta da commando militare, completamente nera e con cappucci. Il video ritrae gli attentatori come professionisti di alto livello, con un addestramento militare avanzato: escono dall'edificio con efficienza militare uccidendo il poliziotto a sangue freddo, usano i kalashnikov con estrema precisione, si muovono in maniera coordinata, rapida e controllata. La loro freddezza non ha dimostrato che la loro missione fosse quella di vendicare Maometto uccidendo la satira di Charlie Hebdo - osserva Meyssan - e uomini addestrati di questo stampo non avrebbero mai dimenticato la loro carta d'identità all'interno di un'auto abbandonata. Sembra piuttosto una traccia volutamente seminata.
Meyssan si associa all'ipotesi di McClatchy secondo cui "diverse evidenze suggeriscono che gli attentatori siano legati a David Drugeon, al vertice di al-Qaeda francese". All'inizio i media evidenziavano il legame di Said e Cherif Kouachi con la Siria, ora si afferma che i due fratelli francesi agissero per conto del ramo Yemenita di al-Qaeda, finanziati da Anwar al-Awlaki, l'imam radicale assassinato da un drone americano nello Yemen a settembre del 2011.
Secondo il giornalista investigativo Mikael Thalen, al-Awlaki era ben conosciuto come triplo agente segreto della CIA e, secondo quanto riferisce un post, "l'uomo armato di Parigi aveva incontrato un noto elemento della CIA". McClatchy prosegue: "Drugeon, creduto da molti esperti un agente dell'intelligence francese prima di legarsi ad al-Qaeda, è stato accusato di aver ideato l'attacco del 'lupo solitario' a Tolosa nel 2012 contro soldati francesi e bersagli ebrei".
Il Pentagono lo riteneva un bersaglio prioritario e il ministro della Difesa francese fu costretto a negare che avesse lavorato per loro. Considerando questi legami sospetti e il fatto stesso che i fratelli Kouachi erano noti dal 2005 ai servizi francesi (non è chiaro perché non li abbiano fermati), emerge una storia complicata e ambigua, che fa pensare ad un'operazione false flag. Secondo Thierry Meyssan è più logico pensare ad un processo che mira a creare una guerra civile in Francia piuttosto che avvalorare la teoria della vendetta Jihadista.
I Fratelli Musulmani (al-Qaeda o ISIS) non mirano a creare una guerra civile in Occidente ma piuttosto in Oriente, separando i due mondi - sostiene l'esperto Meyssan.
Nel considerare la necessità di formulare varie ipotesi (fa parte della libertà d'opinione), Meyssan ricorda che la strategia dello "Scontro di civiltà" formulata da Bernard Lewis non è nata al Cairo, a Ryad o a Kaboul ma tra Washington e Tel Aviv, quindi da Neoconservatori e falchi liberisti.