Oggi, 14 gennaio 2015, si è tenuta una manifestazione in ricordo di Emanuela Orlandi, la ragazzina figlia di un messo pontificio sparita nel nulla 32 anni fa e mai più ritrovata. Pietro, fratello di Emanuela, ha organizzato tale evento per mantenere viva l'attenzione su questo caso pluritrentennale vergognosamente ignorato dalle istituzioni spesso e volentieri. A breve il supertestimone Marco Fassoni Accetti (autoaccusatosi del sequestro della piccola Emanuela) dovrebbe essere rinviato a giudizio, sperando che le sue deposizioni diano nuova linfa alle indagini.

Intanto corre voce che il Vaticano abbia in mano dei documenti scottanti che racconterebbero i reali eventi e cause che portarono alla scomparsa della giovane.

La manifestazione, autorizzata dalla questura di Roma, si è svolta tramite un sit-in presso piazza Pio XII vicino San Pietro. Non è la prima volta che l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi (la cui sparizione sarebbe collegata a quella di Mirella Gregori) viene rilanciata.

In questi anni i magistrati hanno più volte tentato di chiudere definitivamente il caso Orlandi-Gregori, ma all'ultimo minuto sono stati fermati da alcune "rivelazioni" riconosciute essere in seguito bufale attuate probabilmente per depistare. Nel marzo 2013 però entra in scena Marco Accetti, il quale si presentò all'epoca presso la Procura di Roma, confessando ai magistrati Giancarlo Capaldo e Simona Maisto di aver preso parte al sequestro.

Accetti però, a differenza dei precedenti mitomani, sembrerebbe aver portato prove (o per meglio dire indizi) molto convincenti, infatti è stato ascoltato dai magistrati circa una decina di volte e per molte ore.

Un caso, quello di Emanuela e di Mirella, che è stato caratterizzato da omertà, indifferenza e mancanza di pietà.

Gli stessi pontefici sembrano essersi tenuti nel corso degli anni ben lontani da questo grave evento che coinvolge nel bene e nel male lo stesso Vaticano (ricordiamo che Emanuela e la sua famiglia sono cittadini di tale stato). Anche Papa Ratzinger ha sempre preferito tacere su tale inchiesta, forse consigliato in tal modo da Giampiero Gloder, prelato originario di Venezia e capo dei ghost-writer papali.

"Il fratello di Emanuela Orlandi sostiene che ai piani alti del Vaticano ci sia omertà. Il fatto che il Papa nomini anche solo tale caso può dare appoggio all'ipotesi" afferma Gloder. Per quanto riguarda i precitati dossier, si sostiene che Papa Francesco stia smuovendo la burocrazia vaticana per rendere pubblici codesti documenti. Il problema è che risulta un po' improbabile che un pontefice spinga qualcuno a consegnare la verità su Emanuela se dietro la sua scomparsa vi sia davvero coinvolto il Cupolone. Non resta che attendere le decisioni di Capaldo e di Maisto riguardo le confessioni di Marco Accetti, augurandoci che il contributo del fotografo e regista romano possa finalmente fare un pò di luce ad un caso verso cui non è mai stata data la giusta attenzione.