"Non si uccide in nome di Dio ma non si ridicolizza la fede altrui".È ciò che ha detto il Papa dall'aereo che dallo Sri Lanka lo porterà alle Filippine. Parla anche del terrore che in questo periodo sta vivendo la città di Parigi. Il Papa fa sapere di avere paura per l'incolumità dei fedeli. Durante il suo discorso fa capire che la libertà di religione è un sacrosanto diritto, ma che non si uccide in nome di Dio. Non bisogna ridicolizzare la religione altrui, ma non si dovrebbe neppure reagire in modo violento.
Durante il suo discorso nello Sri Lanka, Papa Francesco ha cercato di indicare la strada verso la pace e ha detto anche che non bisogna dimenticare il sangue versato, ma cercare di riconciliarsi per il bene di tutti: è evidente che si riferiva alla guerra civile nello Sri Lanka, cominciata nel 1983 e finita nel 2009 tra cingalesi e tamil.
Ad accogliere Papa Francesco a Manila c'erano più di due milioni di persone, e di nuovo il suo discorso si è orientato sugli ultimi eventi di terrorismo che hanno colpito la Francia. Parla anche dei bambini usati come kamikaze e dice che sicuramente le persone che spingono un bambino o un adulto a sacrificare la propria vita in questo modo sbagliano e hanno uno squilibrio mentale e umano perché distruggono e si rendono veicolo di morte. Molti erano i sacerdoti e i vescovi che aspettavano il Papa a Manila, tra questi c'era anche il il cardinale Luis Antonio Tagle con il quale si sono salutati con un caloroso abbraccio.
Subito dopo l'arrivo, due bambini hanno dato un omaggio floreale gradito al Papa, anche perché c'erano fiori bianchi e gialli che sono i colori del Vaticano.
Il senso del suo viaggio nelle Filippine è quello di mettere al centro delle sue attenzioni i poveri, quelli che hanno sofferto i disastri causati dal tifone Yolanda e ancora soffrono, ma hanno la fede e la speranza. Lungo le strade della capitale, una folla imponente che lo applaudiva e lo fotografava. Pernotterà alla sede della Nunziatura, l'indomani ci sarà la visita al Palazzo Presidenziale.