Niente da fare. Anche l'ultimo (in ordine temporale) degli ostaggi presi con la forza dai jihadisti dello Stato Islamico avrebbe cessato di vivere. La notizia di oggi (martedì 3 febbraio) che terrorizza ancora di più tutto l'Occidente, stavolta, è di quelle molto cruente, dato che Site avrebbe mostrato un video in cui si vede chiaramente il pilota giordano, rapito a dicembre, bruciato vivo dagli uomini in nero, con buona pace di quanti avrebbero scommesso sullo scambio di prigionieri fra la Giordania e lo Stato Islamico nell'ambito della trattativa che avrebbe dovuto riportare in libertà anche la detenuta irachena presa poco prima di farsi esplodere in un attentato kamikaze.

Caduta la trattativa, insomma, l'Isis è passato ai fatti, dimostrando al mondo intero (semmai ce ne fosse stato bisogno) tutta la sua crudeltà nei confronti della vita stessa.

La decapitazione dei due giornalisti nipponici avvenuta nell'arco dell'ultimo mese, insomma, è stata solo l'inizio di un'escalation di terrore che comincia ad allargarsi, il cui potere, negli ultimi tempi, ha raggiunto una grandezza pari a quella dell'Italia, geograficamente parlando. Non sono bastati gli innumerevoli sforzi di pace da parte della Giordania, ma del resto c'era da aspettarselo, dato che nessuno si fida più degli islamisti e sembra proprio che le nostre due volontarie rapite e successivamente liberate sotto il pagamento di un riscatto rappresentino l'unico esempio di come l'Isis possa risparmiare la vita dei suoi prigionieri.

In pochi, infatti, avrebbero scommesso sul rilascio della detenuta irachena, dato che il governo giordano, finora, non aveva prove che il suo pilota fosse ancora in vita dopo tutto questo tempo. Insomma, non c'è da scherzare con gente che decapita e brucia ostaggi senza alcun problema e se il mondo intero dovesse continuare a stare a guardare senza fare nulla, le conseguenze di questa inutile attesa potrebbero rivelarsi fatali: le minacce dirette da parte dell'Isis alla Chiesa Cattolica, infatti, potrebbero trasformarsi in realtà.