Smantellata cellula islamica che reclutava foreign fighter per il califfato di Abu Bakr al Baghdadi. L'operazione "Balkan connection" portata avanti dalle questure di Torino, Como e Massa Carrara grazie anche alla Digos di Brescia, ha portato all'arresto di due cittadini albanesi, zio e nipote, il secondo residente a Torino. Il primo a Tirana. Entrambi molto attivi nel reclutamento di combattenti da inviare in Siria per l'avviamento militare. Per loro l'accusa è di addestramento per finalità terroristiche.
Arrestato anche l'autore del manifesto in italiano pro-Isis
Due avevano già contattato l'altro arrestato ed insieme portavano avanti le campagna di arruolamento Isis. Si tratta di ventenne italo-marocchino che secondo gli inquirenti sarebbe il redattore del documento pro Isis scritto in italiano. Un testo di 64 pagine apparso recentemente sul web intitolato: "lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare" in cui vengono spiegate le attività dell'Isis nel nord della Siria e nel nord dell'Iraq. Un documento che secondo gli inquirenti è dannoso soprattutto perchè rivolto al popolo italiano. Il ragazzo, residente a Torino, è stato arrestato con l'accusa di apologia del terrorismo aggravata dall'uso di internet.
Il collegamento con Anas El Abboubbi
I tre, arrestati preventivamente, pare fossero in stretto contatto con con Anas El Abboubbi. Il marocchino residente a Vobarno (Brescia) conosciuto alle cronache come uno dei 65 Foreign fighter che nel settembre del 2013 si è unito alle forze del nuovo califfato. Anas El Abboubbi era stato arrestato dalla Digos di Brescia il 12 giugno 2013 proprio per terrorismo ma poi è stato rilasciato.
Prima di raggiungere la Siria, dove attualmente si troverebbe, Anas El Abboubbi era passato in Albania per contattare una cellula filo-jihadista. Pare infatti che l'Albania sia molto attiva su questo fronte. Tanto che attraverso il servizio di cooperazione internazionale le indagini stanno andando avanti.
Evitato l'arruolamento di un italo-tunisino
L'arresto della cellula jihadista ha evitato che venisse arruolato un italo-tunisino residente nella provincia di Como. Il ragazzo, titubante, sarebbe stato raggiunto proprio dallo zio albanese posto sotto arresto, che avrebbe avuto il compito di togliere i dubbi al nuovo adepto. Il giovane è posto ora sotto la speciale tutela della Polizia, introdotta dalle nuove norme anti-terrorismo, e che prevede anche che al sospetto vengano tolti tutti i documenti validi per l'espatrio.