La Corte di Cassazione si è espressa su una delle vicende giudiziarie più complesse e controverse degli ultimi anni e che ha visto accendersi la morbosa attenzione dell'opinione pubblica sia italiana che straniera (la Knox accusata di omicidio è americana, Meredith Kercher, la vittima, era inglese). La Suprema Corte ha accettato i ricorsi presentati dagli avvocati della difesa di entrambi gli imputati contro le pene inflitte dal processo di Appello bis che si è tenuto a Firenze. Raffaele Sollecito e Amanda Knox non hanno quindi preso parte all'omicidio di Meredith.

Il giudizio espresso dalla Corte di Assise di Firenze a questo punto è inefficace e potrebbe aprirsi la strada per un altro grado di giudizio. A seguito della decisione dei giudici della Cassazione, la pena per i due ragazzi è sospesa e possono tornare liberi. Le decisioni che hanno portato al ribaltamento della sentenza saranno rese note prossimamente e si potrà comprendere perché i giudici della Suprema Corte hanno assolto i due giovani.

L'omicidio di Meredith Kercher e la vicenda giudiziaria

La sera del 1 novembre 2007, Meredith Kercher, una studentessa inglese che frequentava l'università in Italia, viene trovata cadavere con la gola tagliata nella sua abitazione alla periferia di Perugia.

Sei giorni successivi, vengono arrestati Amanda Knox, coinquilina della vittima, il suo ragazzo Raffaele Sollecito e un ragazzo ivoriano di nome Rudy Guede. I tre sono riconosciuti colpevoli dell'omicidio dalla Procura di Perugia e condannati al carcere. Raffaele Sollecito e Amanda Knox ricorrono in appello e sono assolti per non aver commesso il fatto.

Guede resta in carcere avendo scelto il rito abbreviato e non potendo ricorrere in appello.

La Procura di Perugia richiede alla Corte di Cassazione l'annullamento della sentenza di assoluzione, in quanto viziata da tantissime omissioni. La Corte di Assise di Firenze si esprime quindi per la colpevolezza dei due ragazzi e nel 2014 conferma le condanne a 29 anni per la Knox e a 26 per Sollecito.

La Difesa dei due ragazzi ricorre alla massima Corte italiana e a giugno 2014 chiede l'annullamento della sentenza della Corte di Assise di Firenze che equivarrebbe, se accettata, all'assoluzione dei due imputati. La Corte di Cassazione ha accettato il ricorso e dichiarato non colpevoli i due giovani. La sentenza è definitiva ed è inappellabile.