Il giorno 20 aprile 2015 verrà ricordato in Spagna per quest'atto di morte violenta compiuto per la prima volta (nella penisola iberica) da un alunno contro un professore. All'Istituto Jean Fuster, situato in piazza Ferran Reyes di Barcellona, nel quartiere La Segrera, un alunno di 13 anni, entrato nel plesso dopo circa 90 minuti dall'inizio delle lezioni, ha ferito alcune persone ed ucciso un professore con la sua balestra.
Gli avvenimenti sembrano aver seguito quest'ordine: il ragazzino entra nell'Istituto e bussa alla porta della sua classe, gli apre la professoressa di spagnolo rimproverandolo per il ritardo.
Il ragazzo, aggredendola, la ferisce con un coltello provocandole ferite all'occhio e al viso. Ferisce, poi, una sua compagna di Scuola, figlia della stessa professoressa, provocandole alcune lesioni alla gamba.
Incuriosito dalle grida che sentiva dalla classe accanto, un docente di Scienze Sociali, un supplente che effettuava sostituzioni all'Istituto da sole 2 settimane, si precipita nella classe e viene ferito al petto dal ragazzino; l'uomo si accascia a terra e dopo alcuni istanti muore.
Il giovane aggressore tenta, poi, di scappare; attacca un altro suo coetaneo ferendolo al torace e dopo alcuni istanti viene bloccato dai Mossos de Esquadra, ossia il corpo di Polizia Regionale della Catalogna.
Il ragazzino era entrato armato; aveva infatti con sé l'arma del delitto, la balestra, e un coltello. Secondo il quotidiano nazionale spagnolo El Periódico, il giovane aggressore aveva con sé anche una lista delle persone da aggredire, circa 25 tra alunni e docenti e secondo altre fonti, il ragazzino avrebbe minacciato già nei giorni precedenti che avrebbe ucciso tutti.
L'aggressore è stato portato all'Ospedale Sant Joan de Déu per essere sottoposto a una seduta psichiatrica. Nel frattempo, gli alunni dell'Istituto si sono riversati nella piazza Ferran Reyes e solo dopo essersi ripresi dallo shock sono rientrati a prendere i loro oggetti personali lasciati nelle aule.
Il tredicenne è adesso "Inimputable", cioè non potrà essere ritenuto colpevole per gli atti commessi data la sua giovane età.
Sarà compito quindi della Direzione Generale della Protezione all'Infanzia e l'Adolescenza (DGAIA) esaminare il caso e adottare le misure di protezione più adatte. Il ragazzo potrebbe essere internato in un centro psichiatrico nel caso in cui sarà accertato uno stato di infermità mentale, con l'accordo anche dei genitori. Ma data la sua condizione di imputabile, non potrà essere interrogato e un giudice potrebbe anche archiviare il caso riconoscendo l'unica responsabilità al minore imputabile.