Al Jazeera comunica che fino ad ora sono stati trovati una ventina di corpi, ma il bilancio è destinato a salire di molto, poiché le fosse comuni sono oltre 10 e si trovano tutte nei pressi di Tikrit, cittadina conquistata dall'esercito di Baghdad ai soldati jihadisti, all'interno del palazzo presidenziale in cui sono custoditi i resti dell'ex presidente Saddam Hussein. Le vittime sarebbero i soldati iracheni del "campo Speicher", che lo scorso 12 giugno, furono uccisi dagli jihadisti.

Tutte le fosse sarebbero in grado di contenere circa 1700 corpi, afferma uno degli scienziati forensi mandati sul posto per effettuare le analisi: "Abbiamo scavato nella prima fossa ed abbiamo rinvenuto 20 cadaveri.

Le indicazioni iniziali mostrano senza ombra di dubbio che si tratta delle vittime del campo Speicher, la scena che ci siamo trovati davanti era straziante. Chi può commetere una simile strage di persone, a sangue freddo?". Le cifre ufficiali diffuse riguardo la strage, risalente al giugno del 2014, parlavano di oltre 160 militari giustiziati a sangue freddo, l'Isis però ha poi rivendicato l'esecuzione di almeno 1.700 sciiti.

Il primo ministro iracheno, Haider al Abadi, ritiene che la strada della vendetta non sia la soluzione giusta per gestire la macabra scoperta di queste fosse comuni, mentre le famiglie dei soldati hanno chiesto al governo risposte su quanto accaduto. Il rapporto dell'Onu rilasciato il mese scorso, parla di circa "1.700 membri dell'esercito iracheno sommariamente uccisi il 12 giugno dall'Is, presumibilmente dopo la loro cattura".

I pochi corpi rinvenuti sono in stato di decomposizione ed i resti raccolti sono stati inviati a Baghdad per effettuare l'esame del Dna per risalire all'identità delle vittime. Il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'intervista al 'Corriere della Sera' commenta: "È una gravissima minaccia nei confronti dei tanti cristiani sparsi nel mondo. Bisogna fare di più. Ma da anni c'è un male europeo, una miscela di egoismo e ignavia che spinge a voltare lo sguardo di fronte a ciò che accade oltre il nostro piccolo mondo".