I soldati jihadisti hanno trucidato 30 componenti nel villaggio di Mabujeh, nella provincia di Hama, al centro della Siria. Le vittime sono state uccise "con pallottole, bruciate e decapitate", secondo quanto riferito da Rami Abdel Rahmne, direttore dell' osservatorio siriano per diritti umani (Osdh). Tra le vittime un numero imprecisato di donne e almeno due bambini.  Circa 30 morti suddivisi nelle diverse confessioni religiose La notizia è stata confermata anche dall' Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Le milizie jihadiste hanno ucciso dei civili e non dei soldati.

Nel villaggio coabitavano diverse denominazioni religiose, tra cui sia alawiti sciiti, cui appartiene il presidente siriano Bashar al Assad, sia sunniti, come gli jihadisti. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, le vittime appartenevano a tutte le confessioni. Le fonti siriane forniscono dati differenti L'agenzia siriana Sana fornisce delle cifre diverse e parla di 8 morti e 18 feriti. La televisione di stato siriana ha parlato di un raid, ma affermando che l'incursione è stata sventata dall'esercito e non facendo alcun riferimento alle vittime. Sembra comunque che ora le milizie del regime abbiano riconquistato il villaggio della provincia di Hama. Il rimprovero del presidente siriano agli Stati Uniti.

Agli Stati Uniti, che adesso hanno annunciato aiuti umanitari per più di 500 milioni di dollari, il presidente Bashar al-Assad ha rimproverato l'uso della forza. Intervistato sulla Cbs, Bashar al-Assad ha dichiarato che i bombardamenti statunitensi hanno portato alcuni benefici a breve termine ma, a lungo andare, stanno rafforzando le forza dell'Isis.

Da quando sono cominciati i raid aerei l'Isis avrebbe visto incrementare le sue file, fino a mille arruolati ogni mese. Secondo quanto dichiarato al programma '60 minutes' le truppe dello Stato islamico: "Si stanno espandendo anche in Iraq e in Libia e molti gruppi legati ad Al-Quaeda hanno giurato fedeltà all' Isis". A quanto pare queste orgnizzazioni si stanno unendo per far fronte a un nemico comune.