Circa il 90% dei libici che fuggono dalla guerra arrivano a Lampedusa via mare. Vendono tutto quello che possiedono e pagano fino a 3mila euro per avere diritto ad un posto in una nave che, senza permesso, cerca di raggiungere le coste del sud dell'Italia. Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), gli immigrati che viaggiavano nel barcone che si è ribaltato lo scorso sabato, con un saldo di più di 700 morti, avevano pagato 1600 euro ad un boss del traffico di persone. Un testimone ha detto che volevano imbarcare 1.200 persone, ma tra urla e botte, sono riusciti a salire soltanto 800, comunque un numero di sovrappeso per l'imbarcazione.
Chi era al timone aveva bevuto e fumava spinelli e così la nave ha perso il controllo in mare.
La maggior parte delle navi non hanno le condizioni minime di navigazione e molto speso di fermano in mezzo alla tratta. Le persone a bordo restano molti giorni senza potere bere acqua e sono costretti a saltare a pochi metri della spiaggia, ma non sapendo nuotare, muoiono affogati.
Il lato più cruento è quello della estorsione o l'inganno. Ci sono casi di stupro in Marocco per fare arrivare le donne in gravidanza in Europa e così evitare la deportazione.
Nonostante l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha calcolato che 4.868 sono morte nel 2014 attraversando il Mediterraneo, gli affari del traffico di immigranti continuano a crescere.