È ufficiale. Con l'accoglimento della richiesta di archiviazione delle indagini effettuate nel corso degli ultimi 5 anni dall'avvocato Stefano Maccioni, penalista del foro romano e dalla criminologa Simona Ruffini, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma Maria Agrimi ha chiuso ieri l'ennesima, forse ultima, occasione di scoprire i veri mandanti dell'omicidio di Pierpaolo Pasolini, il regista poeta e scrittore assassinato brutalmente la notte tra 1 e il 2 novembre del 1975 all'idroscalo di Ostia. Ai due professionisti, rispettivamente legale e consulente di Guido Mazzon, unica parte offesa e cugino di Pasolini, si era aggiunto il giornalista Domenico Valter Rizzo, che aveva fornito nuovi ed ulteriori spunti investigativi.

Negli ultimi giorni altri famosi casi di Cronaca Nera sono tornati tristemente all'attenzione dei media, primo fra tutti la possibilità di permessi di lavoro per Mario Alessi, all'ergastolo per l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri e l'archiviazione del caso Orlandi.

5 persone sulla scena del crimine, Pelosi non era solo

La novità indiscussa, che di fatto ha cambiato la storia dell'omicidio Pasolini, è stata l'identificazione di 5 profili genetici differenti e quindi l'indicazione che 5 persone ad oggi non identificate erano presenti la notte dell'omicidio. Lo rivelano le risultanze delle analisi effettuate presso i laboratori del RIS, reparto investigazioni scientifiche di Roma, dove sono stati esaminati i reperti conservati al museo criminologico della capitale.

A queste operazioni di raccolta hanno potuto assistere proprio i consulenti Maccioni e Ruffini.  Questo dato, seppur non sufficiente a stabilire l'identità di tali ignoti, smantella definitivamente l'ipotesi, di fatto passata in giudicato, che Pino Pelosi fosse solo quella notte, come peraltro da lui stesso confessato nel corso degli ultimi anni.

 

C'è amarezza, si è persa l'occasione di indagare sul vero movente dell'omicidio, si chiede commissione parlamentare

Così si è espresso l'avvocato Maccioni alla notizia dell'accoglimento della richiesta di archiviazione, che segue quella del caso Orlandi, notizia riportata da tutti i principali organi di stampa. Ha aggiunto che “la vera novità rispetto al passato è quella di aver riconosciuto la presenza di altri soggetti oltre a Pelosi sulla scena del crimine, grazie agli accertamenti scientifici che hanno identificato cinque profili genetici sconosciuti, anche se si è persa l’occasione per indagare sul vero movente di questo omicidio e per tale motivo chiediamo l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta".

Diverse le piste investigative suggerite alla magistratura nel corso degli anni da Maccioni, Ruffini e Rizzo, dagli ambienti della malavita romana sino alla cosiddetta "pista catanese" passando per le ricerche che Pasolini stava svolgendo sulla morte di Enrico Mattei e che avrebbe raccontato nel famoso capitolo scomparso del romanzo "Petrolio".

Lo sconforto della gente che lo amava e che lo ama: l'ultima istanza "1000 firme" al procuratore Pignatone

Nel dicembre scorso la criminologa Simona Ruffini aveva presentato un'istanza al procuratore della repubblica Pignatone raccogliendo le firme di centinaia di persone, tra le quali quella di Guido Mazzon, Dacia Maraini, Ettore Scola, Nichi Vendola, Maurizio Landini, Marco Risi, Andrea Purgatori, l'attore Claudio Pierantoni e soprattutto di tutte le persone che hanno sempre creduto in questa indagine e che speravano e si aspettavano finalmente delle risposte. A loro in particolare va il grazie della criminologa Simona Ruffini.