Non c'è veramente pace per il martoriato popolo del Nepal.



Dopo la fortissima scossa di Terremoto di magnitudo 7.8 mwp registrata lo scorso 26 aprile che ha causato la morte di decine di migliaia di persone nel paese asiatico, stamattina una nuova violentissima scossa ha creato distruzione e morte in Nepal.



La nuova scossa di magnitudo 7.3, solo leggermente inferiore a quella di 16 giorni fa, ha fatto crollare tutta una serie di edifici che erano già stati fortemente danneggiati dalla prima scossa, radendo di fatto al suolo quel poco che si era salvato in precedenza.





L'unica buona notizia che sembra arrivare, per il momento, è che i morti questa volta dovrebbero essere di numero decisamente inferiore rispetto a quello precedente, dal momento che la maggior parte degli abitanti della piccola nazione himalayana erano stati sgomberati dalle abitazioni pericolanti e sistemate in accampamenti che, per fortuna, non subiscono grosse conseguenze in seguito a scosse di terremoto.



Resta il fatto che due eventi sismici di una così forte intensità, sono una cosa difficilmente registrata nella storia. Perché, di fatto, bisogna chiarire che questo nuovo evento non è collegato al precedente. Non si può parlare di una vera e propria concatenazione come succede invece per le classiche scosse d'assestamento che seguono ogni grande sisma.

In questo caso bisogna parlare semplicemente di un nuovo, grande e distruttivo evento.



Per la cronaca l'evento di stamattina, di magnitudo 7.3 mwp è avvenuto ad una profondità di 18.5 km (rispetto  ai 10.2 km del precedente) ed è avvenuto nella zona di Gorthali, nel nordest del paese a 83 kilometri dalla capitale Kathmandu ed al confine con la Cina.

La scossa è stata chiaramente avvertita a centinaia di chilometri di distanza dall'epicentro, giungendo perfino ad essere rilevata a Nuova Delhi, in India.



I soccorritori, già sul posto per il precedente sisma, stanno ora più che altro verificando che non siano rimasti bloccati sotto le macerie dei nuovi palazzi collassati stamattina, magari nel tentativo di recuperare nelle case lesionate e pericolanti, i beni che avevano dovuto lasciare all'interno per fuggire dalla prima scossa.



L'emergenza sanitaria, alimentare ed abitativa resta comunque altissima nel paese.