La Corte di Assise di appello di Taranto, dopo oltre tre giorni di camera di consiglio, ha confermato l'ergastolo per le imputate accusate della morte della quindicenne, Sarah Scazzi, scomparsa il 26 agosto 2010, mentre sarebbe dovuta uscire di casa per recarsi al mare con la cugina Sabrina.
Inchieste ed ergastolo
Ad uccidere Sarah, strangolata e gettata in un pozzo, cinque anni fa, furono la zia Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri. Condannato a 8 anni anche lo zio Michele Misseri, complice della soppressione del cadavere che fu trovato dopo circa 43 giorni in un pozzo di una cisterna nelle campagne di Avetrana (Taranto) e che durante l'inchiesta si era autoaccusato del delitto commesso.
Per alcuni dei restanti imputati, la pena è stata riformata: Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri, e Giuseppe Nigro: un anno e quattro mesi per due anni di favoreggiamento personale; Carmine Misseri, fratello dello zio Michele: cinque anni e 11 mesi per lo stesso reato d'accusa del fratello (soppressione del cadavere).
Tappe dell'inchiesta
Il 26 agosto 2010 Sarah scomparve. Successivamente lo zio Michele Misseri, il 6 ottobre 2010 si autoaccusò, confessando di aver ucciso Sarah strangolandola e gettandola in un pozzo. Il 15 ottobre 2010 chiamò in causa anche la figlia Sabrina e successivamente, il 5 novembre 2010, accusò la figlia di aver ucciso Sarah e confermò le accuse contro la figlia il 19 dello stesso mese.
Nel dicembre 2010 Michele iniziò a scrivere delle lettere in cui smentiva le conferme precedentemente dette sulla figlia Sabrina, e sosteneva nuovamente di aver fatto tutto lui ed essere l'unico responsabile della morte e soppressione del cadavere.
Il 23 febbraio 2011, vengono arrestati Carmine Misseri e Cosimo Cosma per l'aiuto dato a Michele nella soppressione del cadavere.
ma questi vengono scarcerati il 10 marzo 2011. Il 26 maggio viene arrestata la moglie di Michele: Cosima Serrano accusata di omicidio e sequestro di persona, e conseguentemente, Michele viene scarcerato il 30 maggio, accusato solo di soppressione del cadavere. Le indagini si concludono l'1 luglio 2011. In conclusione il 20 aprile 2013 la corte di Assise emette la stessa condanna confermata il 27 luglio 2015: ergastolo.