Oggi 10 luglio siamo alla vigilia di un anniversario legato ad una delle pagine più nere della storia recente, la strage di Srebrenica dell'11 luglio di 20 anni fa durante il conflitto nella ex-Jugoslavia. Riconosciuto dopo anni come genocidio, fu lo sterminio sistematico di oltre 8000 musulmani trucidati dalle forze serbo-bosniache del generale Ratko Mladic (ex comandante serbo-bosniaco). Domani giornata di lutto nazionale in tutta la Bosnia-Erzegovina, dove sono attese 50mila persone oltre a diverse decine di capi di Stato e di governo. Si è trattato di un giorno drammatico ancora avvolto da tante ombre.

Il massacro di Srebrenica si svolse sotto il comando di Mladic con il supporto di gruppi paramilitari guidati da Zeljko Raznatovic in una zona che era in quei giorni sotto la tutela delle truppe olandesi delle Nazioni Unite, accusate in seguito di non essere intervenute in difesa della popolazione civile. Ci furono ufficialmente più di 8000 uccisi, nonostante si parli di più di 10mila scomparsi. È stato svolto un enorme lavoro dall'analisi dei corpi ritrovati nella fosse comuni tramite gli oggetti personali e l'esame del DNA che ha permesso di identificare quasi 7000 corpi.

Secondo Stefano Bianchini, docente di storia dell'Europa Orientale all'università di Bologna, dipartimento di Forlì: "Vi è stato di recente un articolo scioccante sull'Observer che afferma che anche i governi di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti erano al corrente che qualcosa di grave sarebbe potuto succedere a Srebrenica e pare, secondo l'accusa dell'Observer, non avessero fatto niente perché volevano cercare di trattare con i serbi."

Il verdetto del Tribunale Speciale Internazionale sui presunti carnefici, Radovan Karadzic (ex presidente della Repubblica Serba) e Ratko Mladic ancora non c'è: è atteso per la fine del 2015.

Ecco perché sono molti i Paesi che parlano di genocidio anche se questo termine è stato quello per il quale la Serbia si è opposta alla risoluzione presentata dalla Gran Bretagna ed ha chiesto alla Russia (alleata della Serbia), di porre il veto. Cosa che la Russia ha fatto, anche se non a cuor leggero, in quanto l'ambasciatore russo all'Onu, alcuni giorni fa in un'intervista al giornale di Sarajevo aveva esplicitamente confermato che anche secondo i russi a Srebrenica fu condotto un genocidio.

Sabato è prevista una grande partecipazione di leader politici, nella manifestazione per il ventennale nella stessa Srebrenica. Anche il primo ministro serbo Vucic ha confermato che sarà presente, e questo sembra in ogni caso un atto molto significativo.