Proseguono gli arresti per la strage di Sousse e del museo del Bardo. Le autorità tunisine hanno infatti intensificato la loro azione per salvare il salvabile in piena stagione estiva. Il turismo è la principale economia del Paese nonché fonte di occupazione per la popolazione. Ieri sono scattati altri dodici arresti, otto dei quali legati direttamente al massacro dei 38 turisti nel resort costiero.

Il tema sicurezza resta vivo. Nel commentare a caldo i fatti di Sousse, il presidente Beji Caid Essebsi ha mestamente ammesso la presenza di una falla difficilmente colmabile.

"Mai avremmo pensato - ha affermato - che un'azione terroristica si potesse compiere su una spiaggia colma di turisti". Eppure la non lontana strage compiuta dai jihadisti al Bardo avrebbe dovuto far scattare contromisure urgenti: "Il sistema di protezione sarebbe dovuto cominciare dal primo luglio". Troppo poco per chi punta a difendere il principale volano di crescita del Paese, il turismo: "Se questo settore crolla - ha sottolineato il presidente tunisino - crolla l'intera economia". A pagare per il vuoto nel sistema di protezione delle autorità, al momento, sono stati i vertici delle forze di sicurezza. Il portavoce del ministero dell'Interno, Mohamed Ali Laroui, ha confermato la sostituzione dei responsabili dei distretti di Monastir, Sousse e Kairouan.