La Tunisia si risveglia da un nuovo incubo. Appena tre mesi dopo l'attentato al Museo del Bardo, costato la vita a 22 persone, un'ondata di terrore e sangue travolge le spiagge di Sousse, una delle zone più turistiche del Paese. Gli attentatori hanno fatto irruzione in due resort, l'Imperial Marhaba e l'Hotel Soviva, scaricando sugli ospiti i loro Kalashnikov. Ammonta a 37 il bilancio delle vittime, tra loro vi sarebbero sette turisti stranieri. La Farnesina si sta operando per verificare la presenza di italiani.

Terrore sulla spiaggia

Una turista di Dublino racconta alla radio iralndese Rte "Ho visto alcune persone correre verso di me, pensavo fossero fuochi d'artificio.

Ho pensato 'oh mio Dio, sembrano colpi d'arma da fuoco', così sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli", la donna ricorda di essere corsa verso il suo bungalow, mentre il personale dell'hotel incitava i turisti a fuggire.

La polizia ha risposto al fuoco

Sarebbero due gli attentatori di Sousse. Uno è stato ucciso dagli agenti nella sparatoria, l'altro è stato arrestato dopo una fuga di qualche ora. A riferirlo sono i media locali, che hanno diffuso una foto dell'uomo, mentre veniva scortato da due poliziotti. "Un giovane con addosso un paio di shorts, sembrava un turista", la testimonianza di un impiegato dell'Imperial Marhaba ai microfoni del Guardian.

Secondo attentato in un giorno

Difficile credere che sia frutto di una coincidenza. Due attentati nello stesso giorno, due cronache di terrore che sembrano avere una comune matrice, o quanto meno una coordinazione tutt'altro che ingenua. Nella Francia reduce dalla strage di Charlie Hebdo questa mattina un uomo ha provocato un'esplosione in un impianto di gas.

Aveva con sè una bandiera recante una scritta in arabo. Gli stessi segni che ricoprivano la testa trovata poco dopo sul posto, appesa ad una recinzione. Atti che mostrano una crudeltà e un'efferatezza singolari. Sebbene il governo francese sia cauto al riguardo, è impossibile non notare una certa affinità con quel perverso gusto del macabro a cui l'Isis ci ha ormai, tristemente, abituati.

Tre mesi fa le immagini dei turisti che disperati cercavano un rifugio dagli spari all'interno del Museo del Bardo. Quella di Sousse è una strage che replica le stesse modalità. La violenza insensata, la devastante furia degli assalitori sui turisti inermi. Il pesante bilancio delle vittime. Troppe, troppe le persone la cui vita spezzata ricorda quella di altri caduti in nome di un odio scellerato. La ferita, che per tanti anni questo stesso giorno toccherà riaprire, brucia semplicemente troppo, per poter ancora pensare che si tratti di spaventosa casualità.