Entra nel vivo il processo a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato di avere ucciso la giovane Yara Gambirasio, con l'esigenza, secondo il PM, di sentire i presunti amanti di Marita Comi, la compagna di Bossetti, che intanto resta ristretto nel carcere bergamasco. E' prevedibile l'imbarazzo che questo comporterà nell'imputato, ma c'è la volontà di chiarire quali erano i reali rapporti familiari tra Comi e Bossetti. I due affermano di non avere avuto dissapori significativi ma ci sono dubbi in merito, testimoniati proprio da alcune presunte relazioni extraconiugali della donna che in alcuni periodi potrebbero avere innervosito molto il carpentiere.

Ma fino a che punto? Sarà il processo a dirlo.

Un processo che si annuncia combattuto

La Corte d'Assise di Bergamo, presieduti dal giudice Antonella Bertoja, ha chiarito i limiti delle prove processuali. Il PM ha citato per l'udienza dell'11 settembre 2015, alla ripresa del dibattimento, anche la madre della ragazza uccisa, Maura Panarese Gambirasio.



Dal processo è definitivamente uscito l'operaio Mohamed Fikri che venne fermato poco tempo dopo il rinvenimento del corpo di Yara, ma solo a causa di un banale errore di traduzione di una frase intercettata. La sua posizione è archiviata. Inizialmente si ipotizzò che l'accanimento contro Yara Gambirasio fosse da interpretare come una vendetta verso suo padre ma i genitori della tredicenne di Brembate hanno sempre spiegato di non credere a questa possibilità, non avendo nulla da temere.

Ora la coppia vuole sapere la verità.

Una testimonianza di un certo rilievo

Il Pubblico ministero di questo processo è la dottoressa Letizia Ruggeri. Bossetti ha ribadito in una "lettera aperta" spedita a "Il Giorno" di essere totalmente estraneo ai fatti contestati. I suoi legali continuano a dichiararsi convinti di poter motivare la sua innocenza. C'è però una testimone che afferma che Yara e Bossetti si conoscevano in quanto li aveva notati insieme nel piazzale davanti la palestra frequentata dalla giovane.