Purtroppo è stata confermata la notizia dell'uccisione a Dacca di Cesare Tavella, cinquantenne italiano presente in Bangladesh come cooperante.La dinamica dell'accaduto è ancora poco chiara: sembra che alcuni uomini in moto abbiano organizzato un'imboscata e sparato all'uomo a sangue freddo.
Tavella sarebbe stato raggiunto da almeno tre uomini verso le 19, mentre era in strada a correre. Stando ad alcuni passanti sarebbero stati esplosi contro di lui almeno 3 colpi. L'uomo, ferito all'addome, alla mano destra e al gomito, sarebbe stato immediantamente trasportato in ospedale, dove però pare sia giunto già senza vita.
La Farnesina, per ora, si è limitata a confermare la morte del cooperante e si è attivata per verificare le rivendicazioni apparse sui social network, che attribuirebbero all'ISIS l'attentato. Già questa estate l'organizzazione terroristica aveva minacciato di colpire direttamente l'Italia.
Su Twitter, infatti, la direttrice del Site, Rita Katz, non lascia dubbi e attribuisce all'ISIS la paternità dell'omicidio.Il ministro Paolo Gentiloni in merito si limita a sottolineare che le autorità italiane stanno “lavorando per verificare l'attendibilità della rivendicazione, in collaborazione con le autorità locali che in un primo momento avevano attribuito l'attentato alla criminalità comune”
Tavella, nato a Milano ma residente a Casola Valsesia, si trovava in Bangladesh perché impegnato in un progetto di cooperazione internazionale volto allo sviluppo dell'agricoltura locale.
Il progetto in questione, chiamato Proof (Profitable Opportunities for Food Security) non era la prima esperienza di volontariato all'estero per Tavella, che in passato era già stato impegnato in Africa e Yemen.
I famigliari, raggiunti dalla notizia, si sono chiusi in un doloroso silenzio, sintetizzato dalle parole del padre di Tavella: “Siamo chiusi nel nostro immenso dolore”.Tavella nutriva da sempre una grande passione per i viaggi e aveva vissuto in una ventina di Paesi all'nel mondo. In ogni suo viaggio aveva portato con sé e tentato di mettere "a frutto" nei Pasi più poveri le sue competenze in materia di allevamento e agricoltura.