Questa era la terza data di esecuzione della sentenza contro Kelly Gissendaner, la prima donna condannata a morte nello stato di Georgia, Stati Uniti, negli ultimi 70 anni. La donna è stata giustiziata per avere partecipato alla mortedel marito, Douglas Gissendaner.

La prima volta che le autorità hanno rimandato l’esecuzione è stata il 25 febbraio. A salvare la donna una tormenta di neve. La morte è stata riprogrammata per il 2 marzo, ma funzionari del centro di reclusione hanno chiesto di posporla perché la sostanziale letale con la quale dovevano fare l’iniezione, il pentobarbital, non era in buone condizioni e rischiava di non essere effettiva.

La richiesta di Papa Francesco invece non è stata ascoltata.

In questi mesi, il figlio maggiore di Gissendaner si è unito alle sorelle per chiedere il perdono. Ma dall’altra parte c’era anche la famiglia della vittima. Hanno detto che la donna ha ricevuto una condanna adeguata: “Lei non ha avuto pietà di lui, non ha avuto diritto di scegliere, né l’opportunità di vivere la sua vita”, hanno scritto in un comunicato. Il movente del crimine è stata una polizza di vita di 10mila dollari e una casa di 84mila dollari.