Che sia uno degli argomenti caldi degli ultimi tempi è sotto gli occhi di tutti. Il flusso migratorio in atto verso i Paesi dell'Unione Europea è purtroppo un fenomeno che, per le tragedie che troppo spesso si intrecciano ad esso,divieneargomento che riempie testate giornalistiche, programmi di approfondimento, dibattiti politici. E in tutto questo rimbalzare di notizie, rincorrersi di voci, prese di posizione, c'è chi cerca di trarne vantaggio: si spazia da chi ha cercato di farne un vero e proprio business ( ma non ne vogliamo parlare in questa occasione), a chi, magari con troppa superficialità ha optato per farne il perno centrale del proprio sito internet.

E in questo non ci sarebbe nulla di male, se avesse prevalsola correttezza intellettuale di limitarsi a narrare i fatti, a raccontare storie. Non è però l'opzione scelta da uno studente ventenne di Caltanissetta, che, dalle pagine del suo sito web, pubblicava notizie contro gli immigratiinventate di sana pianta: "Rom fugge con un'auto, investe un pedone e scappa", "Nigeriano stupra la madre e la figlia. Marito gli getta acido sul pene", "Immigrati: epidemia in alcuni centri per profughi", alcuni dei titoli delle notizie pubblicate, rivelatesi poi vere e proprie bufale.

Il ragazzo è stato denunciato dalla Polizia Postaleper istigazione alla discriminazione razziale. Lo studente ha provato a difendersi adducendo a sua discolpa l'ingenua intenzione di procurarsi più clic possibili e maggiori condivisioni, in maniera da trarre guadagno dai banner pubblicitari che vengono ospitati sul sito, senza essere mosso in questo sciocco intento da odio razziale o istigazione alla violenza.

La denuncia era partita tempo fa da parte di un giornalista locale. Anche il sito Bufale.net aveva da tempo attenzionato il portale del giovane, sollevando non poche obiezioni e perplessità sui contenuti e sulla scelta di riportare notizie quasi sempre incentrate su barbarie o atti violenti che quasi mai trovavano spazio sui portali di informazione nazionale.

Ad oggi il sito incriminato risulta ancora attivo, i contenuti incriminati sono stati cancellati. Invitiamo i lettori a fare attenzione, la fame di clicpuò facilmente trasformarsi in un epic fail pericoloso