Bambino divide l'ostia durante la comunione per donarla al padre divorziato dalla mamma in segno di immenso affetto. Questo è il racconto fatto davanti a Papa Francesco nel dibattito riportato al Sinodo sulla famiglia mentre la chiesa s'interroga sul complesso quesito della comunione alle coppie divorziate e poi risposate. La vicenda, narrata da un vescovo sinodale, padre Manuel Dorantesdavanti a tutti i partecipanti, ha avuto un effetto emotivo molto forte quando Il genitore ha accompagnato il figlio che, nel momento della sua prima comunione, davanti al parroco della sua diocesi per avere il sacramento, ha spezzato l'ostia per donarne la metà al padre; rituale a cui il genitore era stato impedito dalle ferree 'regole' della chiesa in cui si dibatteva interiormente a causa della negazione dell'eucarestia dovuta al divorzio dalla moglie e alla nuova unione con un'altra donna.

Dibattito del Sinodo

L'intervento narrato voleva sottolineare, nella terza parte dell'Instrumentum Laborisdiversificati fondamenti davanti al Sinodo, centralizzando il problema di tutte le persone cristiane che sentono il bisogno della comunione ma che unitesi in seconde nozze sono private del sacramento. Qualcuno ha espresso il suo indirizzo verso "la via penitenziale" ai fini di una rinnovata accettazione ai sacramenti, e chi verso un cammino di devozione riavvicinandosi alle regole della chiesa con la riammissione solo verso quei casi particolarmente significativi; molte sono state le contestazioni da parte della 'vecchia gerarchia' in quella che deve essere e restare una disciplina intransigente che non può dare seconde chance.

Lettera al Papa: alcuni negano

Questa è una delle discussioni più evidenti in questo Sinodo, dovuto e acclamato con forza anche dalla recente lettera inviata a Papa Francesco; questa lettera firmata,suscita le polemiche evidenziate di tredici cardinali conservatori che non gradiscono vengano sottolineati cedimenti davanti alle regole principali, motivando che; nell'interesse della chiesa non possono essere perdonate affinché si prosegua nel rispetto dell'attuale dottrina. Qualcuno di loro sembra non avere il coraggio di confermarne la partecipazione e smentisce d'aver firmato la lettera consegnata al Santo Padre.