Due facce della stessa medaglia: la corruzione, l'illegalitá e la cattiva amministrazione della "cosa pubblica".Se da una parte c'è il sindaco della capitale d'Italia, Marino, dall'altra c'è il vicepresidente della Regione Lombardia Mantovani. A farne le spese, alla fine, saranno sempre i cittadini che dovranno ingoiare molti bocconi amari, ogni volta che sentiranno avvicinarsi le volanti della Guardia di Finanza e della Procura.

Le indagini della Procura: sotto la lente d'ingrandimento Marino e Mantovani

Mentre il Sindaco Marino riceveva la visita dei militari del Nucleo della Polizia Tributaria che, facendo irruzione in Campidoglio, acquisivano una serie di atti inerenti i rimborsi spese e i famigerati scontrini di cui si è parlato tanto in questi giorni, il vicepresidente Mantovani finiva in manette proprio un momento prima di partecipare alla giornata della Legalitá.

Intanto, prima delle ipotesi di reato a loro carico, sono arrivate le dimissioni di Marino e le dichiarazioni d'innocenza di Mantovani.

Marino ha annunciato le sue dimissioni ancora non effettive, con un videomessagio sommesso: dimissioni che, più che volute, sembrano esser state sollecitate da pressioni esterne. Il sindaco abbassa la testa al momento della dichiarazione del doloroso ritiro dalla politica, forse nella speranza che i romani comprendano la sua sbadataggine o eccessiva leggerezza nell'usare in modo improprio le risorse economiche dell' amministrazione comunale.Fra le ipotesi di reato formulate a suo carico ci sarebbe anche il peculato, per aver usato la sua carta di credito comunale, in modo piuttosto generoso, facendo alzare addirittura il tetto delle spese che il Comune poteva spendere in un mese.

Dal canto suo Mario Mantovani, nella sua carica di vice presidente della Regione Lombardia, dopo essere stato arrestato con le accuse di turbata libertà degli incanti, concussione e corruzione, ha subito precisato di esser rimasto vittima di errore. Nel calderone dei reati su cui si sono appena aperte le indagini a suo carico, ci sarebbero anche degli appalti truccati per i servizi di trasporto dei malati dializzati e gare per la ristrutturazione di scuole comunali.

Ipotesi all'orizzonte: l'imprevedibile è in agguato

Sebbene le parole confortanti del premier Renzi sul prossimo Giubileo dell'8 dicembre, definito un Giubileo all'insegna della semplicità, con la promessa che strade, metropolitane e trasporto pubblico saranno in grado di sostenere l'enorme afflusso di pellegrini previsto, suonino come un "annuncio tappabuchi", quello che preoccupa di più è proprio la questione delle elezioni amministrative del 2016.

Anche in quest'occasione, Milano e Roma saranno legate da una sottile linea comune, dal momento che il richiamo alle urne da parte dei cittadini potrebbe avvenire nelle stesso periodo per entrambe le città: il voto sarebbe previsto per maggio o giugno dell'anno prossimo. Sono ancora molte, però, le voci che circolano sul tema, anche perché la priorità per Roma, almeno in questo momento, è quella di organizzare un Giubileo che sia in grado di rivalorizzare una città piuttosto traumatizzata da varie vicende di cronaca giudiziaria.