Che le banche non vivessero proprio un bel periodo ce ne eravamo accorti ma addirittura che a settembre avessero in pancia 200 miliardi di euro di sofferenze è un risultato negativo che da tempo, precisamente già da 20 anni non si registrava nel settore bancario. E' quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi secondo cui le sofferenze nette sul totale dei prestiti sono aumentate rispetto a quelle dei mesi precedenti. Ma il problema non è solo questo perché a livello europeo, dopo una recente indagine della Bce che ha coinvolto anche 13 istituti italiani, vigilati da Francoforte, è emerso che ciò che sta mettendo in ginocchio molti istituti bancari riguarda in realtà l’organizzazione del governo societario delle banche.
La Bce infatti, anche alla luce dei recenti scandali che hanno coinvolto in prima persona addirittura il governatore di Bankitalia, Visco, indagatoin relazione alla vendita della Banca di Spoleto, ha lanciato un monito a tutte le banche italiane affinché trovino una soluzione non solo all’enorme quantità di debiti non pagati, ma anche al sistema della "governance interna" sempre più interessata da casi di "mala gestio finanziaria".
Timidi segnali di ripresa all’orizzonte
E se da una parte c’è un declino non solo finanziario, ma anche in termini di onorabilità del mondo bancario, dall’altra timidi segnali di ripresa vengono alla luce, in relazione ai prestiti bancari concessi a famiglie e imprese e al boom delle erogazioni dei mutui.
Nel bollettino mensile l’Abi menziona riguardo ai finanziamenti alle imprese un bel + 16,2% rispetto al periodo dell'anno precedente. Anche sul fronte dei prestiti alle famiglie ad agosto l’Abi registra una ripresa rispetto ai mesi scorsi ma lo stock degli impieghi a queste categorie a settembre mantiene un minimo segno meno: il calo delle erogazioni di denaro a famiglie e società non finanziarie è infatti dello 0,3%.
Il totale dei prestiti al settore privato e alla pubblica amministrazione, invece, conferma il segno più a settembre (+0,26%).
Da registrare anche il dato relativo ai tassi sui mutui che sono scesi ai minimi storici. E se a fare da padrone è sempre il tasso fisso che rispetto a quello variabile viene preferito dai mutuatari in 2 casi su tre, il tasso dei mutui concessi alla famiglie registra una discesa pari al 2,66% (2,81% in agosto).
Ciò ha consentito di fare in modo che da gennaio a settembre di quest’anno i nuovi mutui relativi all’acquisto di immobili crescessero del 92,1%. Questo segnale positivo è frutto anche di una politica che mira a far ripartire l’economia del mattone oramai da lungo tempo bistrattata dalle molteplici tasse, che scoraggiano gli investimenti nel settore case.
Il governo pensa ad un decreto per risolvere le sofferenze bancarie
Per quanto riguarda la raccolta bancaria, l'Abi segnala che mentre ancora in forte contrazione rimane la dinamica delle obbligazioni (13,8 per cento), i depositi sono cresciuti del 3,3 %. Intanto il governo, dopo una serie di consultazioni avvenute nei giorni scorsi con i vertici delle principali banche italiane ed anche Banca d’Italia, sta pensando di risolvere con una soluzione di sistema la questione delle sofferenze bancarie.
Lo stesso governo, che si riunirà nei prossimi giorni in Consiglio dei Ministri, potrebbe affrontare il tema caldo del mercato "dell'incaglio bancario" attraverso l’emanazione di un decreto che riguarderà inoltre ii salvataggio bancario di Banca Marche, Cari Chieti, Banca Etruria e banca Cari Ferrara.