Alle 11 di questa mattina, è iniziata l'udienza del processo per l'omicidio di Chiara Poggi, uccisa all'interno della sua abitazione di Garlasco il 13 agosto 2007. I giudici della corte Suprema sono chiamati a decidere se confermare la condanna a 16 anni per l'unico imputato, Alberto Stasi, aggravarla, o scagionare definitivamente l'ex fidanzato della vittima. Il collegio è chiamato ad esprimersi contemporaneamente sul ricorso della Procura generale di Milano, che chiede l'aumento della pena per l'aggravante della crudeltà, ed il ricorso dell'imputato.

Nel pomeriggio è arrivata la richiesta di annullamento da parte del pg.

I risvolti di oggi

La quinta sezione penale della Cassazione sta per decidere se confermare la condanna a 16 anni per Alberto Stasi, oggi assente, accogliere il ricorso della Procura generale di Milano ed aggravare la pena, o scagionare definitivamente il ragazzo. In aula non erano presenti neanche i genitori della vittima. Il procuratore generale della Cassazione, Oscar Cedrangolo, alla fine della seduta, nella sua requisitoria ha richiesto l'annullamento della condanna con rinvio a nuovo processo. La decisione, ha aggiunto il pg, è scaturita dalla debolezza dell'impianto accusatorio e dalla mancanza di un movente e di prove che potessero dimostrare la colpevolezza di Stasi al di fuori di ogni ragionevole dubbio.

Tanti processi e tutto da rifare

È il 28 marzo 2009 quando gli avvocati di Alberto Stasi chiedono il processo con rito abbreviato del loro assistito, unico inquisito in quello che balzerà agli onori della cronaca come "il delitto di Garlasco". Il 9 aprile inizia il processo: l'accusa chiede 30 anni; la difesa la completa assoluzione.

La sentenza arriva il 17 dicembre dello stesso anno, confermando le richieste della difesa ed assolvendo Stasi per insufficienza di prove.

Il 30 aprile 2010, i sostituti procuratori Rosa Muscio e Claudio Michelucci ricorrono in appello assieme all'avvocato di parte civile Gianluigi Tizzoni. Nell'appello si richiede un esame approfondito di un capello chiaro, lungo appena 1,2 centimetri, trovato nella mano sinistra della vittima, l'ampliamento dell'orario in cui sarebbe avvenuto il delitto ed un riesame del martello sequestrato in casa di Alberto.

Il 7 dicembre 2011 la corte d'appello di Milano, presieduta da Anna Conforti, assolve nuovamente l'imputato. Il primo colpo di scena arriva il 18 aprile 2013, quando la prima sezione penale della Cassazione annulla l’assoluzione e decreta la disposizione di un nuovo, ulteriore, processo d’appello. Il 17 dicembre 2014, Alberto Stasi viene giudicato colpevole dai giudici della prima Corte d’Assise d’Appello di Milano e condannato a 16 anni di reclusione. Oggi, dopo il ricorso della Procura generale di Milano per la richiesta di inasprimento della pena, potrebbe arrivare l'ennesimo colpo di scena, con eventuale annullamento delle sentenze e riapertura del processo.