Lo scorso 19 novembre la commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha adottato la risoluzione per la " lotta alla glorificazione del nazismo, neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e l'intolleranza". La maggioranza dei paesi membri ha sostenuto la risoluzione, l'Unione Europea si è astenuta mentre Canada, Stati Uniti e Ucraina hanno votato contro. Le ragioni che hanno spinto alcuni paesi ha votare no sono sicuramente opinabili.
Quali sono le motivazioni
La risoluzione presentata dalla Russia non è stata accolta favorevolmente soprattutto da Stati Uniti ed Ucraina per motivi diversi. Gli americani hanno dichiarato ripetutamente di opporsi per una questione riguardante la libertà di espressione e di parola, anche se in questo ambito la giustificazione di un voto contrario sembra non reggere. Per quanto riguarda l'Ucraina, l'obiezione ufficialeè il contrasto con la Russia, accusata di voler usare la risoluzione solo per manipolare la storia a fini di aggressione. Sarebbe lecito chiedersi se l'opposizione dell'Ucraina sia dovuta al fatto che il suo attuale governo in questi ultimi tempi ha dimostrato di essere attivamente filonazista.
Emblematica da parte del governo ucraino la cancellazione della commemorazione per la vittoria dell'esercito sovietico contro gli invasori nazisti.
Il passato non ha insegnato nulla
Quest'anno ricorre il settantesimo anniversario della costituzione del Tribunale di Norimberga e dell'adozione del suo statuto, un documento fondante delle Nazioni Unite che condanna fermamente il nazismo.
Sicuramente è paradossale opporsi a una risoluzione che è l'essenza stessa dei principi su cui l'ONU è stata fondata. Sia la commemorazione del passato regime nazista che tutti i crimini contro l'umanità devono essere denunciati e vietati da parte di ogni paese. Il voto avvenuto in seno alle Nazioni Unite si può definire come una dimostrazione non solo della mancanza di unità di intenti, ma soprattutto del disprezzo dei diritti umani da parte di alcuni.