La corriera viaggiava nella provincia di Mandera (Kenya) quando è stata fermata a colpi di mitra vicino a El Wak da parte di una banda di miliziani delgruppo fondamentalista di Al Shabab,islamisti legati ad Al Qaeda (movimento islamista sunnita paramilitare terroristico) che hanno instaurato un clima di terrore in Kenya, soprattutto ai confini con la Somalia. La prima raffica di mitra ha ucciso due persone, una a bordo dell'autobus e l'altra su un camion che passava tranquillamente per i propri affari, mentre il numero dei feriti è arrivato a cinque, dove sono stati portati all'ospedale di Mandera.

Il destino degli altri coinvolti era segnato: venire divisi tra musulmani e cristiani perché, questi ultimi, fossero giustiziati.

E' già successo il mese scorso con la stessa compagnia di pullman 'Makkah', lì però furono 28 le vittime totali dell'attentato, mentre questa volta la storia ha preso un'altra strada; perché i musulmani che si trovavano nel bus si sono opposti ed hanno scambiato, per quanto sia stato possibile, i propri abiti con quelli degli altri passeggeri per rendere ancora più difficile l'identificazione e dopo le minacce degli assalitori si sono categoricamente rifiutati di lasciare i cristiani al proprio destino, come racconta uno dei feriti del bus: "impossibile dividere i due gruppi".

E sempre i musulmani hanno detto agli assalitori per salvarsi che l'autovettura di scorta della polizia al mezzo, in realtà ferma per un guasto, stava arrivando e questo ha convinto gliAl Shabab a mettersi in fuga.

L'altro attentato diAl Shabab e le dichiarazioni del segretario alla sicurezza interna

Questo non è stato il primo caso di attentato alla vita di civili in Kenya, ad aprile infatti, in un attacco sempre da parte degliAl Shababcontro il campus dell'Università di Garissa, morirono in 147 infedeli cristiani.

Ma oggiJoseph Kasaine Ole Nkaissery, segretario alla sicurezza interna, dopo la notizia del salvataggio del bus da parte dei musulmani nei confronti di alcuni cristiani, può dire con orgoglio: "un grande messaggio ci è arrivato dalla comunità musulmana. Siamo un unico paese, siamo un unico popolo".