All’alba del 1 novembre l’hotel Sahafi a Mogadiscio ha subito un doppio attacco terroristico ad opera del gruppo jihadista Al-Shabaab. Le vittime accertate sarebbero almeno 13, tra cui si contano anche politici e soldati. L’atto terroristico è stato rivendicato dal gruppo di Al-Shabaab, cellula somala legata allo Stato Islamico. I miliziani hanno fatto deflagrare un’autobomba per introdursi nell’albergo che si trova nel centro della capitale dello stato africano e viene impiegato da esponenti del governo e delle amministrazioni locali.
L’attentato degli Shabaab in Somalia
Come riportato da alcuni testimoni, il drammatico evento è accaduto alle 5:30 locali, quando un kamikaze alla guida di un’auto riempita di esplosivo si è schiantato contro l’Hotel Sahafi, che si trova abbastanza vicino alla sede della polizia criminale (Cid). Alla prima detonazione ne è seguita subito una seconda, accompagnata dal rumore delle mitragliatrici. Subito dopo, un commando di terroristi armati ha cercato di introdursi nell’albergo superando lo schieramento della sicurezza, e gli scontri a fuoco sono durati almeno per 3 ore. Secondo il maggiore Osman Ali, agente di polizia somalo, i terroristi esplodevano colpi di mitragliatrice da sopra un tetto.
Anche il padrone dell’hotel è rimasto ucciso negli scontri. Le truppe ONU dell’Amisom, acronimo di “Missione dell’Unione Africana in Somalia”, che da tempo partecipano alla lotta contro i terroristi di Al-Shabaab, hanno collaborato per rendere sicuro l’albergo.
Proprio i soldati dell’Unione Africana, coadiuvati dall’esercito somalo, hanno comunicato che la messa in sicurezza dell’area non destava preoccupazione, ma nelle mattinata si potevano ancora udire colpi di arma da fuoco all’interno del fabbricato.
Lo scopo dei terroristi somaliè quello di rimuovere un governo nazionale che non vedono di buon occhio e cercano di farlo cadere, avvalendosi spesso di mezzi aggressivi come le autobombe, con cui entrare nei vari edifici. Il medesimo albergo nel 2009 è stato teatro del rapimento di due agenti dell’intelligence francese, uno dei quali riuscì a scappare, mentre il secondo venne ucciso dagli islamisti in un mancato tentativo di liberazione.