E' scoppiata in queste ultime ora la bufera sulla processione religiosa che ha fatto tappa sotto casa di un boss mafioso a Paternò, con addirittura le note del film 'Il Padrino'(The Godfather) il 2 novembre. Le note de 'Il Padrino' irrompono nel silenzio durante la festa patronale di Santa Barbara, pochi giorni fa a Paternò nel catanese, che ancora una volta accompagnano il devoto omaggio al boss mafioso. Un doppio inchino con il classico dondolamento delle varette e il rito del bacio finale da parte di alcuni portantini davanti all'abitazione di Salvatore Assinata, 43 anni e ritenuto capo dell'omonimo clan vicino alla cosca dei Santapaola.

Lui è in carcere ad Asti per associazione di tipo mafioso ed estorsione ma la sua assenza poco importa per chi lo omaggia. E' il potere a dover essere riverito e protetto anche con l'uso dei santi. L'inchino e la ballata reverenziale vengono eseguiti alla presenza del figlio, dal gruppo degli ortolani e dei dipendenti comunali ma tutto finisce su internettramite un video. Alcuni carabinieri di Paternò però segnalano l'accaduto alla questura chiedendo di bloccare i festeggiamenti per i due comitati autori del gesto e così avviene su decisione del questore di Catania Marcello Cardona.

Non è però il primo avvenimento

Non è la prima volta che avviene una situazione del genere, da Palermo a Salerno, fino ad Oppido Mamertina,comune italiano della provincia di Reggio Calabria, in Calabria.

Nel luglio 2014 la Madonna fu fermata davanti casa di Peppe Mazzagatti, un vecchio capo clan ergastolano della'ndràngheta (conosciuta anche come Famiglia Montalbano, la Santa e Picciotteria), dove persino alcuni preti si inchinarono, mentre i carabinieri abbandonarono la processionereligiosa per protesta. A pensare che solo due settimane prima, proprio in Calabria, Papa Francesco aveva lanciato un duro monito alla chiesa: " i mafiosi non sono in comunione con Dio, sono quindi scomunicati" tra le ovazioni di chi ascoltava. A quanto pare però, la 'devozione' è più forte.