La chiave del conflitto in atto in Medio Oriente e degli attriti tra alcuni paesi, è sicuramente l'energia. Lo scorso dicembre il governo turco ha inviato un battaglione di militari in Iraq, poi ritirati per le proteste del governo iracheno. A quanto pare il tentativo di dispiegare i soldati era una mossa del governo di Ankara per proteggere e garantire il commercio di petrolio illegale con i terroristi dell'Isis. Alcune settimane dopo, ricognitori russi hanno riferito di aver rintracciato migliaia di autocisterne in transito su entrambi i lati del confine turco-iracheno, e nonostante le smentite di rito il convoglio è stato subito collegato al contrabbando di petrolio.
La base militare in Qatar e gli accordi con Israele
Per poter garantire l'afflusso di risorse energetiche dopo lo scontro con i russi, il governo turco ha annunciato l'intenzione di aprire una base militare in Qatar, nel Golfo Persico. Lo scopo è di affrontare congiuntamente non specificate minacce comuni da altri paesi, ma soprattutto proteggere la fornitura di gas naturale che il governo di Doha ha garantito alla Turchia. Il mese scorso inoltre il governo di Ankara e Israele hanno firmato un accordo perl'esportazione di gas in Turchia, i due paesi al contrario di quel che si pensa hanno mantenuto stretti rapporti negli ultimi tempi,soprattutto in ambito economico e militare. Gli accordi con Israele e Qatar fanno parte di una mirata strategia di scambi di energia che rientra nell'ambito delle tensioni con la Russia.
Le risorse energetiche alla base di tutto
La Turchia negli ultimi anni si è impegnata per evitare un corridoio energetico Iran-Iraq-Siria che aggirasse il suo territorio. L'intenzione del governo di Ankara è creare un collegamento energetico dalla Turchia verso l'Europa che attraversi l'Iraq e il Golfo Persico, e una alternativa per la fornitura di gas naturale e petrolio tra Mediterraneo Orientale, Israele e Turchia.
La materializzazione di questi percorsi alternativi è stata ostacolata principalmente dalla Siria, questo uno dei motivi per cui il governo turco ha spinto per un cambiamento di leadership a Damasco. Il nuovo orientamento del commercio energetico turco è in linea con l'obiettivo degli Stati Uniti di bloccare il settore energetico russo ostacolando gli scambi di energia tra la federazione russa e altri paesi.