Il 14 gennaio scorso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)hadichiarato che la catena di trasmissione dell'epidemia di ebola era stata interrotta. La Liberia, ultimo stato con focolaio attivo, è finalmente Ebola - free. Sonoinfatti passati 42 giorni, ovvero due cicli di incubazione del virus (21 giorni). Il virus che aveva terrorizzato il mondosembrava quindi solo un brutto ricordo dell'anno passato.
Non c'è stato tempo di tirare un sospiro di sollievo
A poche ore dal comunicato, è arrivata la doccia fredda. E' morta la donna che aveva prestato cure all'ultima paziente deceduta per ebola.
Il corpo è stato trovato positivo al contagio del virus. La notizia è stata rapidamente confermata dall'OMS, che era comunque stata molto cauta a dichiarare la fine dell'epidemia. "Non bisogna abbassare il livello di attenzione". Eppure la speranza e la gioia sono state talmente forti che l'Africa prima, e il mondo intero poi, si sono uniti nei festeggiamenti, credendo che la cautela delle autorità fosse solo un aspetto formale. Il virus invece èriemerso in Sierra Leone, prendendo in contropiede la popolazione e le autorità. Il primo, nuovo, impatto, ha generato un'ondata di terrore prevedibile, ma ancor più di confusione e sfiducia.
Il nemico più pericoloso adesso è il caos
La percezione della popolazione è infatti che le autorità non abbiano mai avuto la situazione sotto controllo e che non sianoin grado di affrontare la nuova emergenza.
Diverse persone che avrebbero avuto possibili contatti con le vittime non hanno risposto all'appello, rendendo poco efficaci le misure di contenimento.
Si moltiplicano i casi di violenza, emersi in un clima di panico e di rabbia verso le autorità che hanno per mesi imposto misure cautelari molto restrittive, che adesso la popolazione percepisce come inutili.
Sebbene teoricamente gli stati africani coinvolti dovrebbero essere più preparati ad una seconda ondata, di fatto non è così. Il rischio più grande è che al clima di sfiducia ne consegua una ridotta collaborazione della popolazioneingenerale, collaborazione che è stata decisiva nel contenere la prima epidemia.
Il mondo non è pronto alla pandemia
In un'epocadi tensioni sociali, rischio terrorismo ed instabilità economica, il rischio che l'Ebola generi un'epidemia mondiale è un evento da scongiurare. L'isteria generata dal virus è ormai nota, e l'impatto diuna eventuale diffusione, anche se minima, potrebbe essere disastroso. Tre case farmaceutiche maggiori sono già in fase di sperimentazione del vaccino contro il ceppo africano, ma non è prevedibile l'effetto del farmaco in un regime epidemico. La pronta comunicazione e il numero esiguo dei casi, lasciano sperare che questisiano solo un colpo di coda. La situazione tuttavia potrà essere chiarita unicamente nei giorni a seguire.