Il Coro del Duomo di Ratisbona, già tristemente noto per casi di pedofilia e violenze su minori, è nuovamente del mirino degli investigatori. Il comandante in capo dell'inchiesta, l'avvocato Ulrich Weber, ha recentemente dichiarato che da Aprile 2015 i nuovi casi di violenze segnalate sarebbero 72, numero incredibile che fa lievitare il totale di vittime, portandolo ad oltre 230.

Un dramma lungo quarant'anni

Le violenze, sia fisiche che sessuali, sono avvenute nell'arco di quasi quarant'anni, dal 1953 sino al 1992. Botte, molestie e stupri sugli allievi erano purtroppo un problema già noto alla diocesi che aveva avviato numerose inchieste interne al riguardo.

Il modesto risultato fu la sola rimozione diun insegnante di religione. La vicenda fu resa di dominio pubblico sei anni fa: nel 2010, una cinquantina di ex allievi denunciarono alle pubbliche autorità percosse e, in alcuni casi, molestie sessuali e stupri. Con l'apertura dell'inchiesta sono emersi nuovi casi, confermando la sistematicità delle violenze a Ratisbona: delle oltre 230 denuncie, ben 40 sarebbero relative a stupro. Secondo Weber, questi numeri in costante aumento farebbero presupporre che quasi un terzo dei 2.100 allievi del Coro di Ratisbona tra il 1953 e il 1992 abbiano subito abusi.

Il coinvolgimento di GeorgRatzinger

In questo incredibile scandalo è coinvolto anche Georg Ratzinger, fratello del Papa Emerito e direttore del Coro di Ratisbona dal 1964.

Ratzinger, ormai novantaduenne e sempre dichiaratosi all'oscuro di quel che avveniva all'interno del Coro, non può contare sul sostegno dell'avvocato Weber, capo dell'inchiesta. Secondo quest'ultimo, infatti, dato l'elevatissimo numero di casi, Ratzinger non poteva non sapere, tenendo conto anche del fatto che egli presiedeva un organismo di controllo sui licei e le scuole affiliate al Coro.

Lo scorso aprile la diocesi di Ratisbona dichiarò la propria completa disponibilità nell'aiutare a svelare la verità su questi casi di violenza, mettendo a disposizione anche un fondo di risarcimento per le vittime: 2.500 euro per ogni caso di percosse, stupro o molestia sessuale accertata. Intanto, le indagini continuano, ma con un grande limite: molti dei casi segnalati sono, ormai, reati caduti in prescrizione.