Il Medio Oriente, ormai, è diventato una polveriera. I paesi del Golfo fanno a gara per acquistare le armi più sofisticate dai partner europei. In questo contesto, la notizia confermata dal governo dell'Arabia Saudita di voler acquistare ordigni nucleari dal Pakistan, fa sicuramente rabbrividire. Inoltre, i sauditi sono uno dei paesi firmatari del "Trattato di non proliferazione delle armi nucleari", ma evidentemente la comunità internazionale ha chiuso gli occhi davanti a questa violazione, per non contrariare un amico prezioso ed efficiente.

L'Arabia Saudita grande acquirente di armi

L'Arabia Saudita finanzia il 60% del programma nucleare del Pakistan (paese che non è firmatario del "Trattato di non proliferazione"), è un grosso acquirente di armi di ogni tipo, specialmente sul mercato europeo. Lo scopo di questa corsa agli armamenti è quello di affrontare la cosiddetta "minaccia iraniana" in Yemen, Iraq e Siria. Per raggiungere i propri obiettivi, il paese saudita non si è fatto scrupoli, finanziando e appoggiando gruppi terroristi soprattutto in Siria. Il governo di Riyad dispone di oltre 250 cacciabombardieri con doppia capacità convenzionale e nucleare, forniti dagli Stati Uniti e dai paesi europei. Inoltre, dal 2012 l'Arabia fa parte dell'agenzia della NATO che gestisce i caccia intercettori Eurofighter e Tornado, di cui ha acquistato dalla Gran Bretagna un numero doppio di quello di tutta la Royal Air Force britannica.

Anche l'Italia partner importante per il Medio Oriente

Anche l'Italiasi è inserita tra i principali protagonisti della vendita di armi in Medio Oriente, grazie al Ministro della difesa Pinotti, che ha ottenuto un importante contratto da otto miliardi di euro per la fornitura al Kuwait di 28 caccia da combattimento Eurofighter.

Gli aerei saranno costruiti dalgruppo industriale Finmeccanica, e sicuramente si tratta del più grande ordine mai ottenuto dal consorzio italiano. Nonostante il Parlamento abbia ratificato il trattato sul commercio delle armi, è indubbio che i cacciabombardieri prodotti potrebbero essere usati per attacchi contro obiettivi civili, soprattutto in Yemen.

L'Italia, e così altri paesi occidentali, non si fanno scrupoli nel vendere armi a realtà politiche nelle quali partiti e sindacati sono vietati, dove i lavoratori immigrati vivono in condizioni di sfruttamento e schiavitù, e dove coloro che chiedono i più elementari diritti umani vengono impiccati o decapitati.