I tecnici dell'FBI sono finalmente riusciti a sbloccare l'iPhone 5C appartenuto ad uno degli attentatori di San Bernardino. Inizialmente l'agenzia federale aveva richiesto l'aiuto di Apple per procedere allo sblocco del dispositivo ritenuto inviolabile; reazione dell'azienda di Cupertino a questa richiesta era stato un forte rifiuto incentrato sul diritto alla privacy, sostenendo tuttavia che, anche volendo, non sarebbero riusciti a sbloccare la macchina per via della sua natura.
Lo scontro tra FBI ed Appleè proseguitoper molti mesi sfociando sul piano legale e minacciando di arrivare fino alla Corte Suprema, massima vetta del sistema legale statunitense, luogo in cui sarebbe stata posta l'ultima parola in tutta questa storia.L'FBI da parte sua ha tentato in questi mesi di aggirare il sistema di protezione dell'iPhone ricorrendo anche a diverse consulenze esterne, analisti esperti di sicurezza informatica e crittografia, determinati ad individuare una qualche vulnerabilità che permettesse di entrare nel dispositivo fornendo così l'accesso alle preziose informazioni contenute al suo interno; finalmente, dopo mesi di lavoro, è arrivatala notizia che l'FBI è riuscita a bypassare i sistemi di protezione dell'iPhone.
Ma come è stato possibile?
Questo è ciò che nelle ultime ore si chiedono, almeno ufficialmente, alla Apple; e le teorie a riguardo che circolano sul web sono diverse, tutte estremamente interessanti e che, allo stesso tempo, minano l'immagine di fortezza inespugnabile costruita attorno al logo della mela.
C'è chi parla di un bug di bypass della lock screen vecchio di quasi 10 anni, che Apple si porta dietro fin dalle prime versioni di iOS, e altri bug e vulnerabilità già note da tempo; e chi invece ipotizza una virtualizzazione dell'Hard Disk dell'iPhone su cui l'FBI o eventuali consulenti avrebbero testato in forza bruta tutte le possibili combinazioni numeriche o alfanumeriche fino ad individuare il corretto codice di sblocco, senza compromettere l'integrità o la sicurezza del dispositivo.
Questa ipotesi sembra essere quella più convincente e veritiera, e non è da escludere la possibilità che venga sbandierata come ufficiale dai portavoce Apple; ciò nonostante, l'FBI non sembra essere disposta a rendere pubbliche le modalità con cui è riuscita a sbloccare il dispositivo e, avvalendosi proprio del diritto alla privacy su cui Apple ha scommesso fin dalla prima richiesta di aiuto da parte dell'FBI, l'agenzia federale sembra indisposta a comunicare anche alla stessa Apple le modalità e le tecniche utilizzate per procedere allo sblocco.