"Non possiamo pensare di vivere senza Serena, io e mia moglie ci ammazziamo". Ieri a Pomeriggio 5 Alessandro Saracino, padre di Serena, ha detto che lui e sua moglie non pensano di poter continuare la vita senza di lei, morta in un tragico incidente a Tarragona in Spagna. Il padre sconvolto ha detto che il corpo di Serena è irriconoscibile, schiacciato dall'autobus che si è rovesciato causando la morte di 13 studentesse. Alessandro Saracino vuole che queste cose non accadano mai più, non è possibile che delle studentesse vadano in un Paese amico come la Spagna e debbano morire in questo modo assurdo.

Lui e la moglie sono distrutti dal dolore e hanno minacciato il suicidio perché incapaci di continuare la vita senza la loro adorata figliola. Alessandro Saracino e la moglie hanno intenzione di tornare in Italia e uccidersi perché quello che è capitato, sebbene non sia colpa di nessuno, li ha stroncati dal dolore.

L’incidente che ha causato la morte di 13 ragazze

A perdere la vita nel terribile incidente d'autobus sono state 13 ragazze, tutte in Spagna per il progetto Erasmus. Le vittime italiane sono sette, tra cui Serena Saracino, studentessa di farmacia partita alla volta di Barcellona. Serena era iscritta all'università da febbraio, aveva 22 anni e lavorava part-time come maschera di sala nei concerti all'Auditorium Rai.

Lunedì prossimo, il giorno di Pasquetta, avrebbe compiuto 23 anni. Ecco i nomi di altre vittime che sono state identificate: Francesca Bonello, Elena Maestrini, Valentina Gallo, Elisa Valent, Elisa Scarascia Mugnozza e Lucrezia Borghi; mancano all'appello ancora nomi e cognomi di altre persone schiacciate dall'autobus. Domenica sera l'autobus carico di ragazzi era andato in Catalogna ad assistere ai fuochi artificiali a Valencia.

La causa dell'incidente sarebbe un colpo di sonno dell'autista che è ancora in osservazione all'ospedale e risulta indagato, ma non è ancora stato interrogato a causa delle sue condizioni di salute. L'uomo sessantatreenne avrebbe potuto evitare il colpo di sonno se l'autobus fosse stato munito di un apparecchio chiamato Attention Assist in grado di recepire se chi guida mostra segni di stanchezza.