Per un presunto giornalista antimafia, usiamo il termine presunto così come lo utilizziamo per le presunte accuse mosse a suo carico, c'è la difesa di un ex pubblico ministero antimafia. Sarà Antonio Ingroia, infatti, a difendere la causa di Pino Maniaci, attualmente indagato per estorsione e sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nelle provincie di Palermo e Trapani. Per Ingroia le accuse non sussistono, di fatto il suo assistito risulta indagato per la presunta richiesta di denaro in cambio di un "ammorbidimento" della sua linea editoriale nei confronti dei sindaci di Borgetto e Partinico.
"Assurdo - sostiene il legale - perché Maniaci in questi anni ha proseguito con le due denunce". E sul contenuto delle immagini e delle intercettazioni trasmesse dalla stampa, rileva addirittura "la sussistenza del reato di violazione del segreto d'ufficio, qualche pubblico ufficiale ha fornito il materiale prima che l'indagato ne fosse a conoscenza. Lo denunceremo". Sul contenuto delle intercettazioni sottolinea infine che "bisogna tener conto delle modalità espressive di Maniaci e del suo linguaggio ruvido, presumibile che le sue espressioni abbiano avuto una cattiva interpretazione".
La nota dell'Unione delle Camere Penali
Anche l'Unione delle Camere Penaliè intervenuta sul caso Maniaci, sottolineando come la pubblicazione delle intercettazioni video ed audio effettuate dai carabinieri di Palermo rappresenti una "violazione degli articoli 114 e 329 del codice penale" e trattando la questione come "l'ultima di una lunga serie di pubblicazioni di intercettazione in violazione della legge" ma anche l'ultimo di una lunga serie di "scandali del mondo dell'antimafia istituzionale e mediatico".
La nota dei penalisti strappa un sorriso, quando Antonio Ingroia viene definito "folgorato sulla via di Telejato" per la sua difesa della legge che tutela la riservatezza degli atti di indagine. In ultimo c'è anche un riferimento al contenuto delle intercettazioni, in cui risalterebbe "la debolezza della politica locale ed il modo in cui essa viene soggiogata", in parole povere con la minaccia di denuncia televisiva nel caso in cui non segua una determinata linea.