Torna in regime di semilibertà Doina Matei, la donna romena che nel 2007 uccise per futili motivi Vanessa Russo con un ombrello nella metropolitana di Roma. La notizia della revoca del regime di semilibertà aveva fatto molto discutere nei giorni scorsi. Tutto era nato da un post che la stessa Doina aveva messo sul suo profilo Facebook, nel quale si faceva ritrarre in bikini al mare.
Il post galeotto che è costato a Doina la sospensione della semilibertà
Doina Matei è attualmente detenuta nel carcere di Venezia, e usufruisce di permessi premio come previsto dalla legge, che le consentono di, come riportato oggi 5 maggio da una notizia Ansa, "uscire di giorno per andare a lavorare in una pizzeria".
Questo percorso, frutto della revisione del nostro sistema penitenziario che nel 1975 passò da punitivo a riabilitativo, prevede per Doina anche l'uso di un telefonino seppure limitato. Tutto perònasce lo scorso 12 aprile, quando Dorina posta su Facebook una foto che la ritrae al mare. Una verae propria pioggia di commenti negativi si abbatté in quell'occasione sui social network,tanto che pochi giorni dopo si diffuse la notizia della revoca della semilibertà per la donna. Mada cosa è dipeso esattamente il provvedimento?
Doina in aula: "non pensavo che per una foto pubblicata su un giornale scoppiasse tutto questo scandalo"
Solo due giorni fa, il 3 maggio, si è svolta l'udienza presso il Tribunale di Sorveglianza di Venezia dopo il nulla osta della Procura generale.
Dorina è comparsa in aula dove, secondo ilperiodico del Sappe della polizia penitenziaria,la donna avrebbe affermato di aver "compiuto una leggerezza, non pensavo che per una foto pubblicata su un giornale scoppiasse tutto questo scandalo. Chiedo scusa a tutti, anche alla famiglia di Vanessa Russo, so che non mi perdonerà mai ma la mia è un’espiazione interiore”.Doina ha poi aggiunto di aver aperto il profilo Facebook per rimanere in contatto con il figlio di 10 anni rimasto in Romania.
L'uso di Facebook non impedisce la riabilitazione, ecco la motivazione del Tribunale di sorveglianza di Venezia
La motivazione del Tribunale, che ha deciso quindi il ripristino del regime di semilibertà per la donna, nasce dalla constatazione che l'uso di un profilo Facebook e le relative fotografie "non sono un vulnus al processo di rieducazione", cioè non impediscono che Doina venga reinserita nella società espiando la sua colpa.
Naturalmente rimane, a prescindere da qualunque sentenza, l'amarezza dei parenti di Vanessa Russo,ladonna uccisa in modo assurdo e brutale per una lite,addolorati dalla perdita ed esposti di nuovo a quella che in criminologia si definisce "vittimizzazione secondaria", cioè il dover rivivere continuamente il trauma.